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Taranto, prof di religione invia foto «hot» a una giovane: a processo

Taranto, prof di religione invia foto «hot» a una giovane: a processo

 
Redazione Taranto

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tribunale di Taranto

foto d'archivio

All’inizio, nonostante i ripetuti di rifiuti della ragazza, la sua azione si limitava a inviare numerosi messaggi chiedendo di approfondire la conoscenza, ma un giorno la cosa è andata oltre

Mercoledì 15 Novembre 2023, 10:20

TARANTO - Una raffica di messaggi e anche una foto a sfondo sessuale. È accusato di molestie un professore di religione che ha contattato una 24enne della provincia di Taranto attraverso la chat di Whatsapp. All’inizio, nonostante i ripetuti di rifiuti della ragazza, la sua azione si limitava a inviare numerosi messaggi chiedendo di approfondire la conoscenza, ma un giorno la cosa è andata oltre ogni sopportazione: la ragazza si è ritrovata infatti sul suo smartphone la foto di un organo genitale maschile e una serie di commenti volgari che le hanno fatto capire che quella storia non doveva essere sottovalutata. E così si è rivolta prima a sua madre e poi è andata dai carabinieri a denunciare l’intera vicenda.

Ai militari ha spiegato che dalla fine di settembre riceveva una serie questi messaggi da un numero sconosciuto che hanno superato il limite. La denuncia è finita sul tavolo del pubblico ministero Marzia Castiglia che ha coordinato l’inchiesta dei carabinieri. Il lavoro dei militari ha permesso di chiarire che in realtà i numeri che inviavano messaggi erano due ed entrambi appartenevano a due docenti di religione. Uno, originario di Altamura e autore dell’invio della foto a sfondo sessuale, l’altro invece era un uomo conosciuto alla vittima che da anni le chiedeva, ma senza mai diventare volgare.

Al termine delle indagini, infatti, pm Castiglia ha archiviato le accuse nei confronti di quest’ultimo e disposto la citazione a giudizio per l’altro: i suoi difensori, gli avvocati Biagio Lazzaro e Pierluigi Morelli, avevano ottenuto la possibilità di chiudere la vicenda con il pagamento di una oblazione, ma l’imputato non ha versato quanto dovuto e ora dovrà affrontare il processo.

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