POTENZA - Aveva dimenticato le chiavi sul sedile dell’auto. Qualcuno l’ha notato e si è portato via la vettura. Facile come bere un bicchier d’acqua. Al danno si aggiunge la beffa: la sua assicurazione rifiuta di riconoscergli quanto dovuto proprio perché, in qualche modo, il furto è stato «favorito» dalla sua dimenticanza. Il cittadino, un potentino di 43 anni, S. L., è il prototipo del contribuente «cornuto e mazziato»: ha pagato per anni la polizza assicurativa anche contro furto e incendio e, al momento opportuno, si è visto respingere la richiesta di risarcimento per il solo fatto di aver dimenticato le chiavi sul sedile dell’auto. La sua assicurazione, come dicevamo, si è rifiutata di pagarlo, ritenendo la sua dimenticanza ascrivibile al dolo o colpa grave, appellandosi a quanto previsto dal contratto come causa ostativa al rimborso dell’auto rubata.
Tre anni fa il tribunale ritenne che tale dimenticanza doveva essere definita «colpa lieve» e pertanto la compagnia assicuratrice doveva rimborsare il danno. Tutto finito? Macché. L’automobilista non ha ricevuto un euro perché la decisione non è stata condivisa dalla Suprema Corte. Che ha ribaltato la sentenza dando ragione alla compagnia assicurativa. Viene da chiedersi se si ha oppure no il diritto di lasciare la propria auto aperta o con le chiavi all’interno. Dagli sviluppi di questa vincenda pare proprio di no. E appare altrettanto evidente che l’attuale giurisprudenza sembra tutelare da una parte il ladro, che potrebbe addirittura veder derubricato il reato di furto in semplice appropriazione indebita, dovendo conferire al proprietario dell’auto la responsabilità del furto subito, per dolo o colpa grave; dall’altra la compagnia assicuratrice che, sulla base dello stesso principio di responsabilità, rifiuta il risarcimento del danno, nonostante i consistenti premi assicurativi intascati. In sintesi, l’unico a non aver diritto a nessuna tutela è proprio il malcapitato proprietario dell’auto, che, per il solo fatto di aver banalmente e distrattamente lasciato le chiavi in auto si vede danneggiato e beffato.
«Se così è per il furto - tuona il cittadino usando un paragone un po’ pesante, per la verità - non dovrebbe destare stupore se la Suprema Corte dovesse riconoscere una colpa grave o dolo anche nei confronti di una donna violentata, magari perché aveva la minigonna e quindi induceva il violentatore a commettere la violenza. Per il fatto di aver lasciato le chiavi in auto, dunque, avrei indotto il ladro a rubarmela? Tutto questo mi sembra assurdo».
Dal fronte delle compagnie assicurative ci confermano che la storia di S. L. può essere considerata, come dire, «borderline ». Il rimborso viene negato a chi dimentica le chiavi inserite nel quadro dell’auto. È considerato negligenza dell’automobilista. Per ottenere il rimborso potrebbe essere richiesto di esigere le chiavi e che le stesse vengano consegnate. Ecco perché è buona norma denunciarne prontamente anche lo smarrimento. L’articolo 1900 del codice civile è chiaro in questo senso: le compagnie non sono tenute a rimborsare i sinistri causati da dolo o colpa grave del contraente, assicurato o beneficiario, in caso di colpa grave effettivamente accertata l’assicu - rato potrebbe non beneficiare dell’indennizzo. Chi dimentica le chiavi inserite nel quadro dell’autovettura, inoltre, è passibile di contravvenzione per incauta custodia del veicolo, una normativa di cui non si sente parlare molto spesso e che viene sottovalutata. Attenzione, dunque.
















