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Attentato a Brindisi Vantaggiato: Ho fatto da solo. Non volevo far male. E piange

Attentato a Brindisi Vantaggiato: Ho fatto da solo. Non volevo far male. E piange

 
Attentato a Brindisi Vantaggiato: Ho fatto da solo. Non volevo far male. E piange

Giovedì 02 Maggio 2013, 13:55

03 Febbraio 2016, 02:51

BRINDISI – «Ho fatto tutto da solo». Lo ha detto Giovanni Vantaggiato, imputato per la strage alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi del 19 maggio 2012, in apertura dell’esame che si sta svolgendo dinanzi alla Corte d’Assise. Vantaggiato ha deciso di rispondere alle domande dei magistrati. Vantaggiato si è seduto al banco dinanzi alla Corte, di fronte i genitori di Melissa Bassi, l'unica vittima della strage. «Verso l’una e mezza ho collocato la bomba vicino alla scuola» ha spiegato, rispondendo alle domande dei pm Cataldo Motta e Guglielmo Cataldi. «Non perchè volevo fare del male – ha aggiunto – ma per dare una dimostrazione. Ho visto che si sono messi tranquilli per entrare nella scuola, non mi sono accorto che c'erano le ragazze, avrei potuto farlo quando c'era quel signore che ha aperto il cofano». 

Al pm che gli aveva chiesto come ha costruito la bomba, Vantaggiato ha risposto «con miscela di nitrato di potassio e carbone». «Chi le ha insegnato a fare queste cose?», ha poi chiesto il pm. «Tramite l’enciclopedia, alla voce 'N', nitrati, a pagina 72», ha risposto. I pm hanno chiesto pure a Vantaggiato di spiegare perchè negli interrogatori resi in fase di indagine parlasse al plurale. «Può darsi – ha risposto - che è il mio modo di parlare, ma non c'è niente». 

LA MIA BOMBA ERA PER IL TRIBUNALE
«Volevo mettere questa bomba al tribunale, ma non era possibile, c'erano troppe telecamere», ha spiegato Vantaggiato. «Cosa c'entra la scuola con il tribunale?» gli ha chiesto il pm Cataldi?. «Non è che la scuola – ha aggiunto – è che non c'era modo di farlo al tribunale». «Perchè non l’ha messa a casa sua?» ha domandato ancora il pm. «Non volevo fare del male» ha affermato l'imputato. 

«Se lei non avesse voluto fare del male avrebbe fatto esplodere la bomba di notte» ha quindi sottolineato l’accusa, sostenuta dai pm Guglielmo Cataldi e Cataldo Motta. «Volevo farlo di giorno in senso dimostrativo - ha dichiarato l’imprenditore reo confesso – non volevo fare del male alle persone». 

In aula sono presenti tre ragazze ferite nell’attentato: Selena Greco, Azzurra Camarda e Anna Canoci, che hanno scosso più volte il capo alle risposte di Vantaggiato. 
«Di notte – ha ribadito l’attentatore – non c'era nessuno. Avrei potuto farlo quando c'era quel signore che apriva il cofano. Ma mi sono fermato». Vantaggiato ha detto di aver acquistato quattro telecomandi: due sono andati in corto circuito, uno è stato usato per una prova in campagna e l’ultimo utilizzato per la strage.

PIANGENDO: «MI DISPIACE» 
«Mi dispiace tanto, io chiedo perdono alla famiglia Bassi»: lo ha detto piangendo Giovanni Vantaggiato al processo per l’attentato di Brindisi, interrogato dai pm. «Ho due figlie – ha aggiunto – non avevo pensato di fare del male, lo giuro. Se avessi voluto fare del male, avrei fatto molto male».
«Perchè tre bombole e non una?» ha chiesto il pm. «Ne ho messe tre, una dà uno scoppio relativo. Così « ha risposto Vantaggiato. Ancora il pm: «Non era sufficiente ad avere l’effetto che lei dice?». «La polvere non era industriale, non era di stazza efficace» ha detto l'imputato. «Una persona è morta» ha ricordato allora il pm.

«Mi dispiace, ho dei figli pure io». Lo ha detto Giovanni Vantaggiato nel corso dell’interrogatorio davanti alla Corte d’assise di Brindisi causando la reazione del padre di Melissa Bassi, Massimo. Questi, ascoltate le parole, ha battuto il pugno sul banco in prima fila dove è seduto accanto alla moglie, Rita. 

«NON HO CONFESSATO SUBITO PER PAURA»
«Il giorno dell’attentato sono andato a lavoro. Non ho confessato prima perchè avevo paura». Lo ha detto Giovanni Vantaggiato la processo per l’attentato alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi. 
Il pm Cataldi gli ha poi chiesto quale fosse la sua situazione economica nel periodo della strage e Vantaggiato ha riferito di essersi indebitato con le banche in relazione alla azienda di carburanti intestata alla moglie. «L'imbarcazione l'ho acquistata nel 1997 – ha aggiunto, riferendosi allo yacht ormeggiato a Porto Cesareo – Ho dato la vecchia in permuta e ho messo 600 milioni in aggiunta. Valeva più o meno un miliardo». «Avevo un fido in banca il 19 maggio – ha aggiunto – ma era scoperto». 

Al pm che gli ha chiesto cosa si aspettasse dopo l'attentato, Vantaggiato ha detto che aveva «un pugno nello stomaco, c'era un sentimento di repressione. Quando uno ti fa del male, è una cosa che rimane nella mente della persona e lo tormenta. Mi hanno truffato tante volte». Ha poi riferito di avere subito una truffa da 10mila euro e un’altra da 3.500. «Piccole cose – ha detto – però quando ti tolgono 330mila euro (riferendosi alla presunta truffa subita da Cosimo Parato, ndr) poi ho dovuto fare un prestito enorme alla banca San Paolo per fare fronte e ho dovuto pagare». «Ma non aveva i titoli, le azioni in borsa?», gli ha fatto notare Cataldi. «Si ma dovevo pagare il debito in un anno», ha risposto Vantaggiato.

«FATTO SOPRALLUOGO 15 GIORNI PRIMA»
«Ho fatto un sopralluogo 15 giorni prima a Brindisi». Lo ha rivelato l’imprenditore di Copertino (Lecce) Giovanni Vantaggiato, parlando dell’attentato compiuto il 19 maggio 2012 davanti alla scuola 'Morvillo Falconè di Brindisi, ascoltato oggi per la prima volta nell’aula del tribunale dove è in corso il processo. Vantaggiato è reo-confesso dell’attentato compiuto davanti alla scuola in cui morì la 16/enne Melissa Bassi e rimasero ferite nove persone, tra studenti e passanti, e di un altro precedente attentato messo in atto nel febbraio del 2008 nei confronti di Cosimo Parato, accusato dall’imprenditore di Copertino di averlo truffato. 

Quanto alle immagini ritratte dalle telecamere del chiosco di via Galanti, sede della scuola Morvillo Falcone, decisive per la successiva identificazione di Giovanni Vantaggiato, unico imputato nel processo, andate in onda alcuni giorni dopo l'attentato, l’imprenditore di Copertino ha specificato di non averle commentate con la moglie, che, quindi, non lo avrebbe riconosciuto. Vantaggiato ha anche detto, rispondendo a domanda precisa, che nessun altro gli aveva fatto notare la somiglianza con l’uomo ritratto nelle immagini. 

Sul movente, a interrogativo posto dal procuratore capo della Dda, Cataldo Motta, l’imputato ha risposto: "Non capivo perchè nel processo (il riferimento è sempre al giudizio a carico di Cosimo Parato, conclusosi con una condanna il 19 aprile 2012 dell’uomo) c'era solo Parato più due altri imputati. Io faccio una richiesta precisa, del maresciallo Fiorita, che significa, allora Parato più due?". Motta ha quindi chiesto: «Lei voleva che nel processo Parato fossero condannati tutti i componenti dell’associazione?». «Dovevano essere condannati tutti, – ha risposto – anche il maresciallo Fiorita". "Perche» non ha scelto la caserma dei carabinieri?", ha chiesto ancora il procuratore. "Che c'entrava la caserma dei carabinieri?", ha risposto Vantaggiato il quale ha poi aggiunto: «La scuola era vicino al tribunale. Era accanto al tribunale. L’atto l’ho fatto perchè subivo questa truffa e non avevo avuto giustizia». Sulla scelta della scuola, ancora una volta l’imputato ha ribadito: «Era un atto dimostrativo. Se io volevo fare del male lo avrei fatto», ha detto Vantaggiato riferendosi a sue dichiarazioni precedenti secondo le quali egli, quando ha azionato il telecomando per provocare l’esplosione, non si sarebbe accorto dell’arrivo delle studentesse, appena scese dal pullman proveniente da Mesagne (Brindisi).

PROSSIMA UDIENZA 8 MAGGIO
Si è concluso, dopo quasi sei ore l’esame dell’imputato Giovanni Vantaggiato ascoltato nell’udienza odierna del processo che si tiene davanti alla Corte di Assise di Brindisi per l’attentato compiuto il 19 maggio 2012 davanti alla scuola Morvillo Falcone nel quale è morta la 16enne Melissa Bassi e sono rimaste ferite altre nove persone, tra studenti e passanti. L’udienza è stata rinviata a mercoledi» prossimo, 8 maggio, quando la Corte scioglierà la riserva sulla richiesta formulata all’inizio del processo dall’avvocato dell’imputato, Franco Orlando, di perizia psichiatrica per accertare l’imputabilità di Vantaggiato. 

L'avvocato Raffaele Missere, legale di Cosimo Parato, vittima di un attentato compiuto nel 2008 e del quale si è auto-accusato Vantaggiato, ha chiesto, alla luce delle dichiarazioni rese oggi dall’imprenditore di Copertino, che il suo assistito venga ascoltato.
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