LECCE - Una cittadella della giustizia, dotata di tutti i servizi, moderna e adeguata alle necessità. E' quella che sorgerà a Lecce in via Adriatica, a poco più di due chilometri dal centro abitato, su un terreno confiscato alla Sacra Corona Unita. Lo ha annunciato il Pg della Corte d’appello di Lecce, Antonio Maruccia, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Maruccia ha parlato anche della Scu e della sua espansione «verso l’amministrazione pubblica, per condizionarla, per infiltrarla e sostituirsi ad essa».
Parlando della futura cittadella della giustizia, il pg ha detto che sorgerà su «un terreno confiscato definitivamente alla Sacra Corona Unita destinato con decreto prefettizio al patrimonio indisponibile dello Stato, oggi in parte già utilizzato dall’Università del Salento». «La progettazione potrebbe essere finanziata dal Ministero della Giustizia e avrebbe dal punto di vista simbolico una forte valenza sociale e pubblica sull'utilizzo a fini di giustizia dei beni confiscati alla criminalità organizzata».
Nel corso della cerimonia è stato ribadito come la mafia resti il problema principale nel distretto. «L'opinione diffusa circa la sua estinzione (della Scu, ndr) non regge - ha detto il procuratore generale - di fronte ai risultati delle indagini e alle sentenze della magistratura. E’ operativa a Lecce e a Brindisi ed è confermata anche a Taranto ad opera dei clan rivitalizzanti dagli esponenti storici, ritornati in libertà dopo aver scontato le pesanti pene inflitte nei maxi processi di 20-25 anni fa».
Maruccia ha tracciato l’evoluzione delle modalità di azione delle mafie ionico-salentine: «All’insegna di un profilo 'soft' che eviti fatti di sangue e azioni eclatanti perché determinano la reazione dello Stato e la collaborazione di frange perdenti. Due le tendenze comuni ai gruppi criminali nelle tre province: da un lato una tenenza imprenditoriale, a imbastire iniziative economiche per proporsi sul mercato legale; dall’altro l'espansione verso l’amministrazione pubblica, per condizionarla, per infiltrarla e sostituirsi ad essa. Siamo tra le prime regioni nella graduatoria degli amministratori minacciati - ha concluso Maruccia -, ma c'è scarsa collaborazione. Al pari di estorsioni e usura, domina il sommerso».