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«L.Partecipazione,governo a volte sbaglia»

 
Franco Giuliano

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Franco Giuliano

Mercoledì 13 Settembre 2017, 18:25

BARI - «Il governo sbaglia, ma poi ogni tanto si corregge». Così il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha riposto ai giornalisti che gli chiedevano della impugnazione del Consiglio dei ministri di una parte della legge sulla Partecipazione della Puglia, di cui oggi Emiliano ha discusso con i sindaci in Fiera del Levante, nel padiglione che diventerà in maniera permanente la Casa della partecipazione. La parte della legge impugnata riguarda l’apertura di un confronto pubblico con i pugliesi anche sulle grandi opere statali. Un punto «identico», ha ribadito Emiliano, a quello della legge sulla Partecipazione della Toscana, che non è stata impugnata.

«Una delle ragioni forse per le quali questa legge pugliese è stata impugnata e le altre identiche no - ha rilevato il governatore - probabilmente sta nel contesto storico. Ho quasi pensato che la nostra partenza ingenua sulla partecipazione, deve avere spaventato moltissimo. Perché si sono accorti che quando il presidente dice che dobbiamo fare il referendum sulle trivelle lo dice perché sta nel suo programma di governo. Quando ci siamo opposti alla localizzazione del gasdotto Tap», ha aggiunto, lo abbiamo fatto perché «sta scritto nel programma che è stato votato dagli elettori e dal Consiglio regionale». Emiliano ha auspicato che dalla Partecipazione pugliese possano arrivare contributi utili anche al Pd, «il mio partito - ha detto - che sta scrivendo il programma per l’Italia».

Per Emiliano, poi, «la politica è in una crisi verticale» e "se ci fossero stati ancora i partiti, forse di questa legge ci poteva essere meno bisogno: ma i partiti non esistono tecnicamente più - ha detto - ma esistono nelle trasmissioni televisive, nelle elezioni, e quando stabiliscono le liste che è la principale preoccupazione dei partiti politici». "Allora - ha rimarcato - noi stiamo stati costretti a varare questa legge». Una legge che, ha concluso, «vogliamo lasci una eredità che travalichi i singoli soggetti e consenta la continuità amministrativa, sociale, di un ragionamento complessivo».

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