Il Paese del neorealismo con i suoi attori «presi dalla strada» anche un set favolistico per le produzioni hollywoodiane, da «Guerra e Pace» girato in Piemonte alla «Passione di Cristo» in Basilicata, all’«Inferno» nella Firenze dei nostri giorni. L’Italia oggi ha ripreso a vincere premi e a far parlare nel mondo della sua Grande Bellezza. Una bellezza sfaccettata e contraddittoria, mai convenzionale, che vibra nel racconto di dieci «città del cinema»: Torino col suo Museo, Milano borghesissima e proletaria sullo schermo, Venezia decadente e festivaliera, Bologna e la sua Cineteca, Firenze con vista sulla storia, Roma eterno «caos calmo», Napoli da Totò a «Gomorra», Palermo gattopardesca e «paradisiaca», Bari capitale di «Lamerica» e Matera della cultura europea nel 2019. Ne parla il nuovo libro di Oscar Iarussi, dal titolo «Andare per i luoghi del cinema» (Il Mulino, pagg. 172, euro 12), un viaggio che si snoda non solo tra dieci città e la loro «filmografia», ma anche e soprattutto attraverso la caratteristica cruciale del cinema italiano e cioè la relazione costante con i luoghi.
Oscar Iarussi, giornalista e saggista, responsabile Cultura e Spettacoli della «Gazzetta del Mezzogiorno», è critico cinematografico e fa parte del Comitato esperti della Mostra di Venezia. Ha presieduto la Apulia Film Commission e ideato la rassegna «Frontiere. La prima volta» (catalogo Laterza, 2011). Tra i suoi libri: «L’infanzia e il sogno. Il cinema di Fellini» (Ente dello Spettacolo, 2009), «Ciak si Puglia. Cinema di frontiera 1989-2012» (Laterza – Edizioni della Libreria, 2012), «Visioni americane. Il cinema “on the road” da John Ford a Spike Lee» (Adda, 2012); per il Mulino «C’era una volta il futuro. L’Italia della Dolce Vita» (2011).
il libro
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