Immergersi nella cucina monastica significa aprire le porte di un mondo in cui i pilastri sono sempre stati la poca carne e le tante verdure, coltivate nel proprio orto. Pasta fresca e dolciumi, calzoni e panzerotti, non sono mai mancati in quella che era una cucina decisamente stagionale, che sapeva utilizzare ciò che il buon Dio (e la natura) gli metteva a disposizione. La ricetta moderna, con dosi e procedimenti, è molto distante dai libri di vittazione dei monasteri.
Partendo dall’arte dolciaria della Clarisse di Altamura e dalle loro celebri rosate, possiamo ricordare in Puglia le ostie ripiene delle Clarisse di Monte Sant’Angelo nel foggiano. E proseguendo, i croccantini delle Domenicane di Gravina, i bocconotti delle Benedettine di Santa Maria delle Vergini di Bitonto, i sospiri delle Clarisse di Bisceglie, le lacrime di Sant’Anna delle Clarisse di Terlizzi. Nel grande Salento le consolazioni delle Benedettine di Brindisi e le scarpette delle Benedettine di Oria. Le morfettate e le bocche di dama delle Benedettine di San Giovanni Evangelista a Lecce. La pasta reale e i biscotti al vincotto delle Clarisse di Grottaglie.
Dal pasto al calice, a tavola, il passo è breve. Proseguendo nel solco del legame fra religione e alimenti, riemerge da un vicino passato la storia del vino. Per celebrare la messa, in cui il vino c’è sempre, i nostri missionari hanno impiantato ovunque nel mondo piante di vite.
Da un punto di vista tecnico il vino è considerato un alimento che consumato in quantità moderate fa decisamente bene. Nella Dieta Mediterranea, infatti, il vino è previsto con un bicchiere a pranzo ed uno a cena. Se poi è vino rosso, allora sarà ricco di resveratrolo che è un utilissimo anti ossidante naturale.
Restando a tavola, con la religione, ricordiamo come si narri che la Madonna nel suo lungo viaggio verso la casa di Santa Elisabetta, sotto la calura estiva, trovò un po' di refrigerio sotto l’ombra di un grande olivo. Grata, lo benedisse rendendolo perennemente verde. L’albero impallidì per l'emozione e la parte inferiore delle sue foglie divenne così di colore verde - argento.