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Vescovo: per interessi dimenticata la vita

 
Rita Schena

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Rita Schena

palloncini per Jole, vittima incidente ferroviario di Andria

Sabato 16 Luglio 2016, 12:16

13:12

ANDRIA - «Le nostre coscienze sono state addormentate da prassi che ci sembrano normali ma non lo sono: quelle prassi dell’economia in cui non si pensa alla vita delle persone ma alla convenienza e all’interesse, senza scrupoli e con piccole e grandi inadempienze del proprio dovere». E’ uno dei passaggi dell’omelia del vescovo di Andria, Luigi Mansi, al funerale delle vittime del disastro ferroviario del 12 luglio scorso.

«Temiamo che per troppi anni e per tante persone queste terre siano state considerate le periferie dell’Italia, quelle periferie alle quali il nostro Papa Francesco ha fatto tante volte riferimento». «Speriamo che si sospenda questo fare - ha detto ancora - e che ci si occupi dei diritti di tutte le persone a cominciare dai più deboli e fragili, a cominciare proprio dalle periferie».

Numerosi palloncini bianchi con la scritta «Ciao piccola Jole» sono stati legati alle ringhiere del Palasport di Andria dove si stanno celebrano alla presenza del Capo dello Stato le esequie di 13 delle 23 vittime dell’incidente ferroviario avvenuto lo scorso 12 luglio nelle campagne tra Andria e Corato. Jolanda Inchingolo è una delle giovani vittime dell’incidente, aveva 25 anni. Le sue foto sono state incollate sui fili che tengono i palloncini sospesi nel Palasport dove il rumore della pioggia che batte violento ha accompagnato l’omelia del vescovo di Andria Luigi Mazzi.

Conclusa la cerimonia funebre per le vittime del disastro ferroviario, dopo la benedizione delle bare, i parenti si sono stretti attorno ai feretri dei loro cari mentre le autorità e le migliaia di persone assiepate nel palazzetto dello sport sono rimaste in silenzio totale e raccolte attorno al dolore e allo strazio delle famiglie.

«Con voce ferma e decisa a nome di una comunità martoriata chiediamo verità e giustizia, lo dobbiamo ai familiari di quelle vittime che conducevano un’ esistenza serena che è stata interrotta». Lo ha detto il sindaco di Andria, Nicola Giorgino, rivolgendosi al Capo dello Stato e alle autorità presenti a conclusione del funerale delle vittime dell’incidente ferroviario del 12 luglio scorso.
«La comunità andriese - ha aggiunto - è stata quella che ha dato il tributo di sangue più alto, ma questo territorio martoriato ha saputo agire con spirito di servizio e umanità nell’emergenza». «Ora la magistratura deve subito, come sicuramente farà - ha concluso - accertare la verità dei fatti». Al termine del suo intervento, il sindaco si è avvicinato al presidente Mattarella e si sono a lungo abbracciati.

Un applauso commosso accompagna l'uscita dei feretri che uno alla volta, dopo la conclusione della cerimonia funebre nel Palasport di Andria, vengono portati fuori.
Dopo l’uscita di ogni feretro le migliaia di persone che sono nel palazzetto rimangono in silenzio totale. I parenti delle vittime sono ancora raccolti attorno alle bare dei loro cari e in prima fila, immobili, ci sono ancora il capo dello Stato Mattarella, la presidente della Camera Boldrini, il ministro Delrio, il presidente della Regione Puglia Emiliano altri esponenti del governo, sindaci, il capo della Polizia Gabrielli.

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