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Tra intercettazioni e sfoghi su Facebook

 
Rita Schena

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Rita Schena

Domenica 15 Maggio 2016, 12:33

BARI - «Stai tranquillo che avrai delle novità». Francesca Ferri non si ferma davanti a nulla. La «congiura» ai suoi danni è stata appena servita. Addio posto da assessore e vicesindaco. Quella scrittura privata firmata alla vigilia delle elezioni in cui il candidato sindaco Antonio Lomoro, «in caso di vittoria garantisce al consigliere comunale Francesca Ferri un incarico governativo per il suo impegno ufficiale profuso al secondo turno» (agli atti dell'inchiesta c'è anche questo documento firmato da entrambi), è ormai carta straccia. Lei non si arrende. Ne parla al telefono con il consigliere Donato Amoruso, a giudizio nel processo Domino in relazione alla vicenda del campus universitario da realizzare a Valenzano. Amoruso le riferisce dell'esito della riunione in cui viene decisa la sua epurazione: «Io gli dissi “Tonino sei come Ponzio Pilato tu, ti lavi le mani?”». No, Amoruso non può tradirla. È amico della Ferri. Così si alza e se ne va.

Ma la donna, professione avvocato, già studia le contromosse. «Io il piano l'ho già preparato e sai che quando mi devo muovere, o vinco o niente». Per gli inquirenti in questo modo lasciava intendere «in maniera velata (…) di avere proceduto penalmente» nei confronti di Lomoro e Partipilo. E anche suo marito, Filippo Dentamaro, parlando con suo padre Giovanni (consigliere comunale), sembra essere sempre al suo fianco. «Sì, è chiaro e poi al rientro, sarà il rientro in grande, alla Francesca». La Ferri si sfoga anche con un'amica. «La mia candidatura alla Regione non l'hanno assolutamente voluta e quindi candidarmi vuol dire dargli i soldi prima».

L'inchiesta parte. Dovrebbe restare segreta. Ma è difficile se la stessa Ferri, sui social, riferisce quello che poco prima ha detto ai Carabinieri. «E' pazza, è pazza – dice Lucia Partipilo, il nuovo vicesindaco, figlia di Agostino indagato - mo’ mi ha chiamato mia cugina dal Veneto, ha detto: ma hai visto quella su facebook?». La grave affermazione non passa inosservata. Anche Donato Amoruso ne parla col sindaco Lomoro. «Quella ha scritto “io me ne sono andata perché Partipilo mi costringeva a dare metà dello stipendio”». Il primo cittadino non si scompone. «Mhh e mo’ se ne è accorta!! Ammesso e non concesso che sia vero e ora perché non ha protestato prima?». Già perché non lo ha denunciato prima? [g. l.]

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