L'abbè Pierre rivela nel libro di aver avuto delle relazioni sessuali con una donna, quando era già ordinato sacerdote: «Mi è capitato di cedere al desiderio sessuale in modo passeggero. Ma non ho avuto mai un legame regolare, perchè - osserva - non ho lasciato che il desiderio sessuale prendesse radici».
«Questo - spiega il religioso - mi avrebbe portato a vivere una relazione duratura con una donna, ciò che era contrario alla mia scelta di vita. Ho dunque conosciuto l'esperienza del desiderio sessuale e del suo rarissimo soddisfacimento, ma questo soddisfacimento è stata una vera sorgente di insoddisfazione, perchè avvertivo che io non ero vero. Ho sentito che per essere pienamente soddisfatto il desiderio sessuale ha bisogno di esprimersi in una relazione amorosa, tenera, fiduciosa».
Il libro, edito da Plon, è frutto di una cinquantina di conversazioni avvenute nel corso di un anno con il direttore de Le Monde des religions, Frederic Lenoir.
Nel volume, l'Abbè Pierre, a 93 anni una delle figure carismatiche della testimonianza cristiana, affronta con parole semplici, ma audaci, tutti i tabù del rapporto Chiesa/Sesso. Il religioso si dice favorevole al sacerdozio delle donne, al riconoscimento delle coppie omosessuali attraverso un'unione, e non è contrario ai preti sposati.
I PRETI E IL CELIBATO: «Io conosco dei preti che vivono in concubinato con una donna che amano da anni e che accettano bene questa situazione. Continuano ad essere buoni preti. Io sono convinto che è necessario che esistano dei preti sposati e dei preti celibi che possano consacrarsi totalmente alla preghiera e agli uomini».
GLI OMOSESSUALI E IL MATRIMONIO: «Io capisco il desiderio sincero di numerose coppie omosessuali - che hanno spesso vissuto il loro amore nella esclusione e nella clandestinità - di farlo riconoscere dalla società. Fino alla sua morte, ho avuto come segretario padre Peretti, che non faceva mistero della sua omosessualità e che è uno dei fondatori di una associazione cristiana per il riconoscimento della omosessualità, 'David e Jonathan'. La parola matrimonio è troppo radicata nella coscienza collettiva come l'unione di un uomo e di una donna, perché la si possa utilizzare, da un giorno all'altro, per una coppia dello stesso sesso. Questo creerebbe un trauma e una forte destabilizzazione sociale. Perché non utilizzare la parola unione?».
GLI OMOSESSUALI E L'ADOZIONE: «La questione dell'adozione di bambini è di una grande complessità, non la si può trattare con leggerezza. Concediamoci il tempo di ascoltare gli psicologi e di vedere nella durata, là dove l'esperienza è stata condotta, se realmente il fatto di non avere genitori di sesso diverso non porti un pregiudizio psicologico o sociale al bambino. Sarebbe questa la migliore delle ragioni che potrebbe vietare la omoparentalità».
LE DONNE E IL SACERDOZIO: «Non ho mai capito perché Giovanni Paolo II e il cardinale Ratzinger avevano affermato che mai la Chiesa avrebbe ordinato delle donne. Una tale affermazione presuppone che questa pratica sia non conforme alla sostanza stessa della fede cristiana. Ora, quelli che prendono tali posizioni, quali che siano le loro eminenti funzioni, non hanno mai avanzato un solo argomento teologico decisivo che indichi che l'accesso delle donne al sacerdozio sarebbe contrario alla fede».
GESU' E MARIA MADDALENA: «Il successo del romanzo 'Il Codice Da Vinci' ha riportato in voga la tesi del matrimonio di Gesù con Maria Maddalena. Questa tesi scandalizzerebbe numerosi cristiani e ne sconvolgerebbe altri. Io confesso, a titolo personale, che una tale ipotesi - che non si basa su niente di concreto, ma che si ha il diritto di formulare - non sconvolge affatto la mia fede: la mia fede si nutre di preghiera e di Vangelo, e niente mi spinge a credere che Gesù sia stato sposato o abbia avuto una relazione carnale con una donna. Stando così le cose, non vedo alcun argomento teologico che vieterebbe a Gesù, il Verbo incarnato, di conoscere una esperienza sessuale».
















