
E’ stata una sorpresa per il proprietario dell’uliveto, imbattersi in quest’animale con la testa bianca e due righe nere evidenti che rendono l’animale inconfondibile che prevalentemente si nutre durante la notte, aggirarsi di giorno alla ricerca dei vermi di terra, molluschi, vegetali e piccoli serpenti compresa la vipera, al cui veleno risulta immune, esplorando minuziosamente l’ambiente col naso a terra e zigzagando in tutte le direzioni alla ricerca del cibo.
La fauna del territorio ostunese è caratterizzata dalla presenza di volpi, ricci, falchi, pettirossi, tordi, merli e diversi rapaci notturni come civetta, gufo, assiolo e barbagianni e pipistrelli che trovano rifugio nelle numerose grotte e, non particolarmente numeroso ma comunque di rilevante valore per il mantenimento degli equilibri ecologici del territorio, vi sono anche i tasso. L’esemplare era uscito da uno degli ingressi della tana, adiacente a Lamacornola, e perlustrava l’area circostante con calma e sicurezza tant’è che lo stesso proprietario dell’uliveto, lo ha osservato, fotografato e lasciato tranquillo nel suo girovagare essendo veramente una rarità.
Nell’idioma ostunese, il tasso viene chiamato “melogna” e questo nome sin dai tempi antichi, stava ad indicare una zona del territorio intorno al centro storico che, oggi, è diventato una delle parti principali della “Città bianca” mentre il nome del quartiere (dove sorgeva il grande edificio della Gil) è andato via via scomparendo. Si estendeva a mezzogiorno del rione antico ed aveva una conformazione a giardini coltivati a vigna e in una di queste, tra il 1935 e il 39, fu costruito il “collegio grande” noto come l’edificio scolastico elementare “Pessina”.
Un tempo quest’animale, diffuso nelle campagne ostunesi, era cacciato e la sua pelliccia setosa, era utilizzata per i finimenti delle bestie da tiro. Oggi come oggi è diventato più raro ma comunque la presenza di comunità di tasso vi sono sia nella piana degli ulivi (come questo) che sui pendii della collina ostunese. [a. guag.]