L'avventura Grosso era nata nel giugno di un anno fa, in una tournee americana che molti considerarono inutile. Valutazione da riconsiderare in toto, un po' come sull'Italia che nessuno dava per finalista ad inizio torneo. Così la favola del gruppo azzurro è anche di pari passo con quella di un suo goleador di una notte magica. «Questo è un gol da incorniciare, non lo dimenticherò mai. Abbiamo giocato tutti una gran partita. In uno stadio così, in casa della Germania, è un risultato storico, una grande impresa». Grosso usa fair play per gli avversari in lacrime. «Gli attacchi dei giorni scorsi? non servivano neanche quelli per caricarci eravamo già carichi del nostro».
Ora Grosso pensa al riposo. Gli azzurri rientrano nella notte in pullman al ritiro di Duisburg e solo l'orario di rientro determinerà il lavoro di domani, più che servire la fatica di stasera e a preparare tatticamente la finale di Berlino sarà buona per sapere chi sarà l'avversario del 9 luglio. «A questo punto non mi interessa, non ho preferenze - conclude - chiunque viene, noi ce la giochiamo fino in fondo». E con una favola in più quello di un terzino nato nel calcio di provincia, da Perugia a Palermo, è arrivato alla ribalta della finale di un mondiale.
Pirlo, premiato come miglior giocatore della partita, rivive la sua serata in chiave Messico '70. «Avevo detto che il mio sogno era di rivivere quel giorno magico dell'Azteca. E' stato così, ho rivissuto Messico '70. Nessuno può mettere in dubbio che noi abbiamo meritato la vittoria. Però ora vogliamo vincere la Coppa».
Francesco Grant
















