«A maggio - scrive - mi sono rivolta alla clinica ostetrico-ginecologica del Policlinico poiché necessitavo di sottopormi ad un piccolo intervento chirurgico. Il 2 luglio - continua - mi sono sottoposta ad alcuni esami del caso; in quella stessa occasione, il personale medico mi ha riferito che l’intervento sarebbe stato eseguito entro il mese di settembre. Sta di fatto che, non avendo ricevuto alcuna informazione circa la data dell’operazione - prosegue - mi sono mobilitata per avere dei chiarimenti. Ho successivamente appreso che, a causa del rifacimento degli impianti di condizionamento, le sale operatorie non sono disponibili e che, pertanto, l’intervento da settembre è stato rinviato a data da destinarsi».
Ma non è l’unico caso. Ci scrive anche una 19enne reduce da un altro intervento chirurgico. Deve tornare in sala operatoria ed è stata inserita in una lista di attesa da mesi. «In una società in cui l’unico valore sembra essere il profitto - dice - è difficile per un giovane comprenderne dinamiche e logiche, ancora più difficile diventa l’impatto nel momento in cui da cittadino si diventa "malato”. Non voglio enfatizzare la mia situazione che in definitiva non è grave, ma che comunque necessita di un secondo intervento dopo averne subito già un primo alcuni anni addietro».
Proprio perchè non urgentissimo «sono entrata in una lista d’attesa che a quanto sembra comporta anni prima di raggiungere “l’agognata” sala operatoria». La sua patologia, però, può diventare urgente, con conseguenze non secondarie per una donna così giovane. Da qui la domanda della ragazza: «Perché devo augurarmi di star male per avere un diritto che è sancito dalla Costituzione, il diritto del malato ad essere curato? Oggi dopo mesi di attesa, aspetto ancora che questo diritto mi venga riconosciuto».... [N. Pepe]
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