WADOWICE - La foto di Benedetto XVI campeggia al centro del grande poster circolare, dietro di lui, vicino a una nuvola, sorride Giovanni Paolo II; sotto la data, 27 maggio 2006. Domani il Papa sarà qui, a Wadowice «dove tutto è cominciato», diceva Wojtyla e ripetono gli striscioni lungo le strade. «Sursum corda», «Wadowice semper fidelis», si legge sui manifesti disseminati per la cittadina e i dintorni, mentre si sistemano gli ultimi dettagli per l'arrivo di papa Ratzinger.
La chiesa dove il Papa polacco è stato battezzato è a fianco della casetta dove è nato, sulla piazza dove ha incontrato i concittadini e a qualche decina di metri dal ginnasio dove ha studiato dal '30 al '38. La parrocchia dell'Immacolata concezione, che Wojtyla eresse a basilica nel '92 ha la facciata appena dipinta, sul retro della casa natale è pronto il palco di legno sul quale Benedetto XVI celebrerà la messa, e il parroco Jacob Gil, nella sua severa talare nera, controlla gli ultimi dettagli. Il bar a destra del palco ha aumentato le vendite dei «kremowki» i dolci alla crema che facevano venire l'acquolina in bocca al Papa polacco, e una ordinanza del sindaco vieta per i prossimi giorni la vendita dei kremowki per il trasporto fuori città: potrebbero danneggiarsi e causare qualche mal di pancia, così si potranno mangiare solo a Wadowice. Da decenni la «Cukiernia», la pasticceria sul lato opposto della chiesa dove il giovane Karol comprava i suoi dolci, è stata sostituita da una banca, ma la tradizione dolciaria non è venuta meno.
Benedetto XVI visiterà l'appartamento dove è nato il predecessore, le prime tre stanze sono quelle dove viveva la famiglia Wojtyla e insieme con altre tre ospitano un museo, meta di migliaia di visitatori pazientemente accolte da suor Maddalena e dalle sue consorelle: smistano pantofole per non danneggiare il parquet sempre tirato a lucido, danno spiegazioni e sostegno, un vero e proprio lavoro, e la chiusura del museo da ieri al 28 è quasi un sollievo, una occasione per prepararsi all'incontro con papa Ratzinger. Sarà suor Maddalena a mostrargli foto e oggetti dell'infanzia e della giovinezza del predecessore, da queglli autentici come la stufa per cucinare, il ferro da stiro e il macinino, a una culla che non fu del Papa ma solo sua contemporanea, sormontata dalla foto di Wojtyla bimbo di pochi mesi.
Penne, pennini, libri, ma anche scarponi da sci, pila e sacco da campeggio ricostruiscono la vita del ragazzo che ha reso famosa Wadowice. Per ringraziare il Papa che viene a ricordarlo, i ragazzi di Wadowice, racconta don Janusz Zmuda, hanno organizzato un coro, e parteciperanno anche all'incontro di sabato pomeriggio al Blonie di Cracovia.
L'orgoglio di aver contribuito a formare cultura e personalità del futuro papa Wojtyla è palpabile nel ginnasio della cittadina, dove Benedetto XVI non andrà personalmente e dove la sua visita in città sarà seguita con grande attenzione. Karol era il migliore alunno del suo corso: Jan Szewczyk, direttore del ginnasio, che oggi è un liceo scientifico, mostra il registro con la pagella di Karol, tutti «bardzo dobry», cioè tutti «ottimo». Come alunno più bravo del ginnasio fu Karol, nel '38, a rivolgere il discorso di benvenuto all'arcivescovo di Cracovia Adam Sapieha giunto ad amministrare le cresime. Il cardinale gli chiese che studi avrebbe fatto, il giovane rispose «letteratura» e Sapieha si rammaricò che non si iscrivesse a teologia. Sapihea avrebbe poi accolto Karol nel seminario clandestino allestito a Cracovia durante l'occupazione nazista e, nel '46, lo avrebbe ordinato prete nella cattedrale del Wawel.
Presto, spiega Szewczyk, ci sarà una targa sulla facciata della scuola a ricordare Wojtyla e una delle aule in cui ha studiato sarà trasformata in un piccolo museo. Farà memoria degli anni spensierati di Karol accanto a compagni cari, come Ginka e Jurek, entrambi ebrei: Ginka è stata inghiottita dall'Olocausto, e ben dieci dei 40 compagni di Karol nella maturità del '38 sono morti durante gli anni di guerra. Così con il cuore Wadowice sarà vicina a Benedetto XVI anche domenica pomeriggio, durante la visita al campo di sterminio nazista di Auschwitz.
Giovanna Chirri
Venerdì 26 Maggio 2006, 11:47
24 Novembre 2025, 19:09
















