Figlio d'arte (il padre Giuseppe è stato capogruppo del Pci alla camera), D'Alema è nato a Roma il 20 aprile 1949.
A casa sua la politica è il pane quotidiano, e a nove anni , il piccolo Massimo, nel tema 'Se fossi ministrò, scrive che avrebbe previsto pene più pesanti per i pirati della strada. Dopo il liceo classico, D'Alema si iscrive a filosofia alla Normale di Pisa, ma non si laurea. Nel 1963 si iscrive alla Fgci e nel 1968 al Pci, dove sale tutti i gradini del suo «cursus honorum": segretario nazionale della Fgci, componente del Comitato centrale, membro della direzione, poi della segreteria, deputato, direttore dell'Unità.
Nel 1989 D'Alema è un sostenitore della svolta che porta alla trasformazione del vecchio Pci nel nuovo Pds e sarà il numero due di Achille Occhetto. Nel 1992 è rieletto alla Camera e sarà capogruppo Pds alla Camera. Nel 1994, quando dopo la sconfitta elettorale della 'macchina da guerrà Occhetto si dimette, D'Alema vince il lungo 'braccio di ferrò con Walter Veltroni e diventa il nuovo segretario. A febbraio del 1997 è presidente della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali, che finisce arenata tra i veti reciproci.
Quando, nell' ottobre 1998, il governo Prodi cade, D'Alema va a Palazzo Chigi, grazie anche all'appoggio di Francesco Cossiga, fino al dicembre 1999. D'Alema riesce a formare un governo bis, ma, ad aprile del 2000, si dimette dopo la sconfitta alle regionali. A dicembre dello stesso anno viene rieletto presidente dei Ds. D'Alema è anche presidente della Fondazione di cultura politica Italianieuropei e uno dei vicepresidenti dell'Internazionale socialista.
D'Alema è un appassionato velista e ha partecipato a diverse regate al timone della barca Ikarus.