«In seguito ai controlli - aggiungono - l'Enac ha confermato che il provvedimento di blocco dei voli non sarebbe stato rimosso, ed anzi che, come dichiarato dal dg, Silvano Manera, il 5 dicembre, vi era addirittura ipotizzata la circostanza che la Tuninter non avrebbe mai ripreso a volare in Italia».
«Del resto - insistono Persico e Romano - se davvero le cose erano a posto, non si comprende come mai la stessa Tuninter dichiara di aver fatto ricorso ad un "piano di azione" per eliminare quelle che vengono definite "alcune carenze". Apprendiamo che la stessa Tuninter si è rivolta ad una azienda specializzata per la certificazione Part 145 e OPS 1(M), e chiederemo ulteriori indagini finalizzate a chiarirne i motivi. Riteniamo, inoltre - proseguono - che l'accenno alla ISO 9001:2000 sia poco pertinente, atteso che la qualità di sistema, in questo settore, abbia una valenza relativa in termini di sicurezza, (l'avv. Persico è certificato da Fita Confindustria come esperto di valutazione di sistemi qualità) e comunque si tratta di una certificazione che, come dichiara la stessa Tuninter, non è ancora stata ottenuta».
«Le indagini in corso, comunque - concludono gli avvocati - forniranno risposte esaustive ai quesiti che, come legali di parte offesa, abbiamo il dovere di porci, e chiariranno fino in fondo lo stato delle cose presso la Tuninter».
















