Pimpinicchio, aggredito sotto gli occhi della moglie, morì per le ferite riportate. I responsabili, i fratelli Francesco e Calogero Carlino, furono condannati a 12 anni di reclusione. Ma c'è un' altra analogia con la vicenda Silvestri: a rappresentare l' accusa nel processo di primo grado fu il pubblico ministero Nicolò Amato, padre di Giuseppe, il magistrato che indaga sull' omicidio avvenuto ieri sera in via della Magliana.
Domenica 06 Novembre 2005, 20:14
02 Febbraio 2016, 19:20
ROMA - Le modalità della morte di Giuseppe Silvestri riportano alla memoria quelle, altrettanto tragiche, che il 31 agosto 1975, sempre a Roma, determinarono la morte di un padre di famiglia, il trentacinquenne Giuseppe Pimpinicchio. Anche in quel caso l' omicidio maturò per questioni di viabilità ed anche in quel caso gli aggressori furono due fratelli.
Pimpinicchio, aggredito sotto gli occhi della moglie, morì per le ferite riportate. I responsabili, i fratelli Francesco e Calogero Carlino, furono condannati a 12 anni di reclusione. Ma c'è un' altra analogia con la vicenda Silvestri: a rappresentare l' accusa nel processo di primo grado fu il pubblico ministero Nicolò Amato, padre di Giuseppe, il magistrato che indaga sull' omicidio avvenuto ieri sera in via della Magliana.
Pimpinicchio, aggredito sotto gli occhi della moglie, morì per le ferite riportate. I responsabili, i fratelli Francesco e Calogero Carlino, furono condannati a 12 anni di reclusione. Ma c'è un' altra analogia con la vicenda Silvestri: a rappresentare l' accusa nel processo di primo grado fu il pubblico ministero Nicolò Amato, padre di Giuseppe, il magistrato che indaga sull' omicidio avvenuto ieri sera in via della Magliana.
















