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Bari aderisce alla campagna «Nietos»

Bari aderisce alla campagna «Nietos»

 

Martedì 09 Ottobre 2012, 16:23

03 Febbraio 2016, 01:43

BARI – “Chiunque crede di avere notizie utili, si rivolga all’ambasciata argentina o al Comune di Bari, e si unisca a noi in questa battaglia per la democrazia: restituiamo a queste persone il diritto all’identità”. Con questo invito il sindaco del capoluogo pugliese, Michele Emiliano, ha annunciato l’adesione della “comunità barese e pugliese” alla campagna promossa dalla Repubblica dell’Argentina per la ricerca, anche in Italia, dei 'nietos' (nipoti), ovvero i neonati che, tra il 1976 e il 1983, furono strappati alle proprie madri e poi fatti sparire nel nulla dalla dittatura militare argentina. 

Il sindaco ha partecipato oggi a Bari, in piazza Umberto, ad una cerimonia simbolica di piantumazione della Chorisia Speciosa (tipico albero argentino), davanti alla quale è stata apposta una targa in memoria dei 30mila desaparecidos vittime della dittatura. Sono intervenuti, fra gli altri, il ministro dell’ambasciata d’Argentina in Italia, Carlos Cherniak, la coordinatrice generale della Commissione nazionale per il diritto all’identità argentina (Conadi), Claudia Carlotto, e Guillermo Perez Rozimblit, uno dei neonati scomparsi e recuperati dall’associazione 'Nonne di Plaza de Mayo'. 

“Siamo qui per la sensibilità dimostra dalle comunità barese e pugliese – ha detto Cherniak – e vi porto il ringraziamento di tutta la società argentina che discende per il 50% da italiani, motivo per cui è importantissimo cercare i 'nietos' qui”. Ricercare i 'nietos', ha sottolineato Carlotto, “per me è una questione universale ma anche personale, perchè a mia sorella rapirono il figlio a cinque ore dal parto, e poi la uccisero dopo cinque mesi di torture”. Quanto ai sentimenti di chi ha conosciuto dopo i 30 anni la propria identità, Guillermo Perez ha spiegato di “aver sempre sentito qualcosa che non andava con la mia 'finta' famiglia, a cominciare dalla evidente differenza dei tratti somatici. Ma la cosa peggiore per il figlio di un desaparecidos, è non avere una tomba su cui posare un fiore per i suoi veri genitori”.
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