«L’origine del sifonamento è legato tutto alla natura del luogo. Al pari degli invasi formatisi nelle doline, presenta un fondale con materiale caotico. In particolare gli scisti presenti, sono estremamente fratturati, l’aumento del volume dell’acqua tende a sfondare le fratture del sub-strato. Per arginare tali fenomeni sarebbero necessari degli interventi di ingegneria idraulica - dice Rizzo - con un monitoraggio capillare, al fine di individuare le cavità presenti. Il Micromondo lavora a stretto in contatto con la sezione distaccata dell’Imaa (che si interessa di acque) per uno studio in tale direzione. Infatti diversi studenti stanno realizzando le loro tesi di laurea studiando lo stato di salute del Sirino. Ovviamente per giungere ad una mappatura completa bisogna attendere altre ricerche».
L'esperto non lo dice ma sarebbe auspicabile che per accelerare il lavoro la Regione affiancasse lo studio del Cnr con risorse finanziarie proprie. Così con gli studi, effettuati dall'Ente locale, e le nuove indagini, si potrebbe ipotizzare un intervento radicale risolutivo evitando di compromettere l’equilibrio ecologico del posto. Di forma quasi ellittica, lungo 300 metri, largo 150, con una profondità variabile sui 10, è una risorsa paesaggistica di primaria importanza per l’economia turistica e commerciale dell’area. Un ambiente che per la sua bellezza richiama, ogni anno, migliaia di studenti e visitatori. La sopravvivenza di questo habitat è vitale per l’intera comunità. [s.lov.]
















