I Barretta sottolineano che «per dare la possibilità ad eventuali imprenditori di acquisirla per tempo che hanno con largo anticipo comunicato la propria decisione». E in riferimento alle voci relative ad un presunto interessamento al Brindisi del patron del Palermo, Zamparini, i Barretta hanno risposto che «ad oggi non c’è stato alcun contatto, ma che sarebbero ben lieti, da presidenti e da tifosi, se questa voce fosse fondata, dal momento che si tratta di un imprenditore serio e competente in ambito calcistico». Quella voce resterà tale. Il 16 giugno i fratelli Barretta decidono di iscrivere la società al campionato di Seconda divisione in attesa che la cessione del Brindisi 1912 si verifichi. Dopo due incontri con il sindaco Mennitti e l’annuncio che una cordata di imprenditori brindisini sarebbero disposti a prendersi cura delle sorti, a titolo però gratuito, del Brindisi 1912, i fratelli Barretta il 27 luglio 2010 annunciano: «In data odierna è stato raggiunto un accordo con il gruppo di imprenditori che fa capo a Vittorio Galigani. Accordo che, tuttavia, sarà formalizzato nei prossimi giorni».
«Siamo felici - riporta un comunicato stampa del Football Brindisi 1912 - di cedere la società nelle mani di questo gruppo di imprenditori, tanto più perchè si tratta di persone che hanno espresso in maniera forte e determinata la volontà di prendere le redini del Football Brindsii e questo ci ha dato la garanzia di lasciare in mani sicure e di dare continuità al nostro lavoro. Considerato per altro che la società è stata venduta a titolo oneroso, questo dimostra ancora di più che si tratta di imprenditori che hanno davvero voglia di fare calcio e, soprattutto, di farlo con passione. E questa è dimostrazione di garanzia per il futuro del calcio brindisino». Purtroppo le previsioni dei fratelli Barretta non si avvereranno.
La gestione di Galigani si rivela quasi subito piena di inadempienze e peggio di sottili giochi al limite del regolamento federale. Riformula, verso l’alto, contratti già in vigore, paga ai giocatori le spettanze sino a settembre 2010, deununcia una presunta combine dei biancazzurri nella gara con la Vibonese e presunte irregolarità nella contabilità tenuta dai precedenti titolari. Non onora gli impegni con i fratelli Barretta e si dimette a febbraio, a furor di popolo, dall’incarico di presidente. Cederà, dopo, il 2% delle quote in suo possesso al successore Antonio Pupino. Il quale gestisce al minimo la società, chiede al sindaco Mennitti di essere ricevuto ed aiutato a chiudere al meglio la stagione. Come il suo predecessore continua a non pagare i giocatori e a non versare tasse e oneri previdenziali. Manda via gli over e si affida ai ragazzi della formazione Berretti. Dopo qualche settimana lascia la gestione della società alla segretaria e non si fa più vedere in città e al «Fanuzzi ». Giocatori e staff tecnico abbandonati. Il Brindisi viene «assistito» da interventi personali e collette e da domenica scorsa, la decisione di mister Rastelli e dei giocatori di non allenarsi più.
















