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La Procura: tutti i dettagli dell'operazione "la gibbanza"

 

Mercoledì 03 Novembre 2010, 13:42

02 Febbraio 2016, 22:30

Diciassette ordini di custodia cautelare emessi - dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura del capoluogo pugliese - sono stati eseguiti, questa mattina all’alba, dai militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Bari, in carcere nei confronti di: un giudice della Commissione Tributaria Regionale Puglia e tre commercialisti; ai domiciliari nei confronti di: sette commercialisti, un funzionario della Commissione Tributaria Provinciale di Bari, un funzionario della Commissione Tributaria Regionale Puglia, un avvocato, due imprenditori e un funzionario di banca (ai domiciliari). 

Le accuse: corruzione continuata in atti giudiziari, falsità materiale ed ideologica commessa da privati e/o da pubblici ufficiali in atto pubblico e frode processuale continuata in concorso, riciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, responsabilità amministrativa degli Enti. L’inchiesta coinvolge, inoltre, altri 30 soggetti, fra i quali giudici tributari, avvocati, commercialisti e professori universitari. 

OPERAZIONE "LA GIBBANZA"
Le indagini avrebbero evidenziato come alcune Commissioni Tributarie Provinciali di Bari e Regionali per la Puglia avevano fatto della corruzione il loro sistema operativo. In molte controversie - secondo la Guardia di Finanza - bastava elargire al giudice o al funzionario della Commissione “la gibbanza” - termine dialettale barese utilizzato in un’intercettazione con il quale si fa chiaramente allusione alla tangente da versare - perché il processo tributario potesse avere una “benevola” risoluzione. 

Regalie più svariate: dalle somme di denaro, ai televisori Lcd, dai personal computer a costosi capi di abbigliamento, fino a nomine in collegi sindacali di importanti società pugliesi. Un presunto sistema di corruzione che – solo negli ultimi due anni – avrebbe permesso di quantificare in oltre 100 milioni di euro il danno subito dall’Erario (pari al 20% dell’ammontare dei contenziosi definiti nel 2009). 

INDAGINE INIZIATA NEL 2008
L’indagine ha inizio nel dicembre 2008 quando i militari della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Tributaria hanno riscontrato delle anomalie fra la loro attività di verifica su un’azienda di medie dimensioni baresi, che aveva evidenziato rilevanti irregolarità, e l’attività ispettiva svolta successivamente dall’Ufficio delle Entrate Bari 2 che tali irregolarità, invece, non aveva riscontrato. 

Di qui l’apertura di un’inchiesta, coordinata dalla Procura di Bari, che si è avvalsa di intercettazioni telefoniche, ambientali e servizi classici di investigazione (pedinamenti, appostamenti, etc.). Secondo la Gdf, ui giudici tributari, i loro funzionari e i com­mercialisti o avvocati, coinvolti nell’indagine, si incontravano in uffici o in locali pubblici per stabilire le modalità che avrebbero consentito di poter “aggiustare” il processo. In pratica a Bari pare accadesse che alcuni imprenditori baresi che – a seguito di verifica fiscale della Guardia di Finanza – risultavano sanzionabili per gravi irregolarità amministrativo-contabili commesse, anche per centinaia di migliaia se non milioni di euro in alcuni casi, facessero ricorso alle Commissione Tributaria Provinciale di Bari e Regionale per la Puglia, attraverso i loro intermediari (commercialisti e avvocati) nella convinzione di poter illecitamente evitare o ridurre in parte il pagamento dovuto all’Erario. 

Il risultato - per gli investigatori - lo ottenevano elargendo “regalie” ai giudici tributari o a loro funzionari arrestati o indagati in questa inchiesta. 

GDF: 11 SOCIETA' BARESI HANNO PAGATO "LA GIBBANZA"
I militari della Guardia di Finanza hanno accertato che almeno undici società baresi avrebbero fatto ricorso a questo sistema corruttivo messo in atto dalle suddette Commissioni. Tutt’altro che passivo il ruolo degli stessi giudici delle Commissioni coinvolti nell’operazione “Gibbanza”: questi - dicono i finanzieri - con la complicità dei loro funzionari, si adoperavano perché determinati ricorsi fossero loro assegnati e qualora non fosse possibile, comunque, si attivavano perché la pratica fosse affidata nelle “mani giuste”, ovvero a colleghi compiacenti. Non solo, ma in molte occasioni -  continuano le "fiamme gialle" - erano i giudici che si occupavano della stesura del ricorso che, poi, avrebbero discusso e deciso; oppure consigliavano ai ricorrenti professionisti conniventi “di comodo”. 

Il dato che i finanzieri evidenziano è che «a cercare l’accordo corruttivo non erano solo gli imprenditori (direttamente o attraverso i loro intermediari), ma erano gli stessi giudici e funzionari a “procacciarsi” i contribuenti sanzionati ai quali assicuravano l’esito favorevole del processo tributario». 

L'OPERAZIONE E' SCATTATA ALL'ALBA DI OGGI
All’alba di oggi i militari della Guardia di Finanza di Bari oltre che all’esecuzione dei 17 ordini di custodia cautelare hanno provveduto a 57 perquisizioni di locali (fra i quali cinque studi di noti avvocati baresi) e al sequestro di beni mobili ed immobili per un valore di mercato di circa 200 milioni di euro (tra cui cinque aziende, 22 appartamenti e 62 terreni). 

I NOMI DEI QUATTRO AI QUALI E’ STATA NOTIFICATA UN’ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE:
Oronzo Quintavalle (detto Sandro), giudice tributario di Bari, dottore commercialista con studio in Bari; Gianluca Guerrieri, dottore commercialista con studio in Bari; Michele Di Fonzo, dottore commercialista con studio in Altamura; Franco Balducci, commercialista con studio in Corato. 

I NOMI DEI 13 AI QUALI E’ STATA NOTIFICATA UN’ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE AI DOMICILIARI: 
Elvira Bonomo, funzionario della Commissione Tributaria Regionale per la Puglia; Donato Radogna, dottore commercialista con studio in Bari, consigliere comunale a Bari; Angelo Piccininno (imprenditore); Giorgio Grimaldi (imprenditore); Edmondo Caccuri (detto Edy), imprenditore e dottore commercialista con studio in Bari; Paolo Centrone, commercialista con studio in Polignano a Mare; Alessandro Carbone, avvocato con studio in Gravina di Puglia; Giuseppe Elefante, dottore commercialista con studio in Castellana Grotte; Leonardo Mariella, dottore commercialista con studio in Bari; Sisto Quintavalle, funzionario di banca (in pensione), fratello del giudice Oronzo Quintavalle; Sabino Romano, direttore della Commissione Tributaria provinciale di Bari; Francesco Della Corte, dottore commercialista con studio in Noci; Giuseppe Signorile, dottore commercialista in Bari.
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