Nel video si vede dapprima l'ostaggio, ancora vivo, che declina le proprie generalità: «Sono l'ingegnere Bareh Nafeh Daoud Ibrahim. Lavoro nel campo americano di Taji» a nord di Baghdad, afferma l'uomo che porta appeso al collo «un cartellino per l'accesso al campo di Taji».
Il movimento terrorista Ansar al Sunna, che oggi ha diffuso su un sito internet il video di un iracheno che lavorava per i militari Usa, era già stato responsabile dell'uccisione di 12 ostaggi nepalesi, la più sanguinosa da quando in Iraq è iniziata la stagione dei rapimenti. Rapiti il 20 agosto, i nepalesi erano stati uccisi una decina di giorni dopo e il sito del gruppo aveva mostrato una sequenza di foto con lo sgozzamento di un uomo e immagini di corpi crivellati da colpi di arma da fuoco.
Ritenuto una frangia del gruppo Ansar al-Islam, a sua volta indicato come cellula in Iraq di Al Qaeda, Ansar al Sunna (i seguaci della Sunna, ossia della tradizione), come il gruppo Ansar al Islam, è un'organizzazione fondamentalista di musulmani sunniti, considerata vicina al wahabismo, culla dell'ortodossia musulmana, ed ha probabilmente le sue basi nel Kurdistan iracheno.
I suoi primi attentati in Iraq risalgono al dicembre 2003 ed ebbero come obiettivo soldati americani. L'organizzazione terroristica rivendicò anche l'attentato di Arbil, nel Kurdistan iracheno, dove il 1° febbraio scorso due kamikaze si fecero esplodere nelle sedi del Partito Democratico del Kurdistan e l'Unione Patriottica del Kurdistan. Nei due attentati morirono oltre 100 persone.
Ansar al Sunna passò quindi a colpire quelli che considera dei collaborazionisti: il 1° luglio fece saltare in aria con un'autobomba, a Baghdad, il direttore del servizio controllo finanziario presso il ministero delle Finanze, Ihsane Karimun, e il 26 agosto scorso avrebbe eliminato Jamal Salman, un'iracheno di Baghdad, considerato una spia americana.
Il loro sito resta l'interfaccia per comunicare e smentire sanguinose azioni. Il 4 luglio scorso Ansar al Sunna, che aveva rivendicato il rapimento del marine americano di origine libanese, Wassef Ali Hassoun, aveva in maniera piccata smentito la decapitazione del marine: «la dichiarazione che veniva spacciata per nostra - si affermava nel comunicato - non ha nessun fondamento nella verità...noi abbiamo un sito web ufficiale attraverso il quale pubblichiamo le nostre dichiarazioni». Il 6 luglio il marine venne liberato dopo aver promesso di non tornare a far parte dell'esercito americano.
Il 27 settembre, le forze americane hanno catturato a Kirkuk, nel nord dell'Iraq, Mohammad al-Jabburi, ritenuto il leader del gruppo.