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L’ombra delle Triadi

L’ombra delle Triadi

 

Sabato 14 Agosto 2010, 08:54

02 Febbraio 2016, 22:09

La Direzione investigativa antimafia lavora da mesi a un'inchiesta che ipotizza un traffico illegale di rifiuti pericolosi dall’Italia verso l’Estremo Oriente. Centinaia di tonnellate di rifiuti verrebbero spediti nelle regioni della Cina, lavorati, quindi reintrodotti in Italia, destinati a fabbriche di materie plastiche. Mafia cinese, camorra e 'ndrangheta hanno messo in piedi una rete che si basa, ancora una volta, sul nostro sistema portuale. Gioia Tauro e Taranto fanno la parte del leone, ma rifiuti speciali in partenza per l'Asia sono stati trovati anche a Salerno, Napoli, Venezia, Trieste e Ancona.

Ma l’attenzione degli investigatori della Dia si concentra anche sull’importazione irregolare delle merci, sul contrabbando, sulle violazioni doganali e sull’introduzione di merce contraffatta, reati saldamente detenuti dalla mafia cinese. Un’ampia gamma di prodotti non solo tessili ma tecnologici biomedicali ed alimnetari entra nel Paese e finisce in circuiti commerciali paralleli, talvolta anche ufficiali, creando notevoli rischi per la sicurezza e potenzialmente per la salute dei consumatori. La Dia è convinta che nessuna regione italiana sia realmente «immune dal fenomeno delle Triadi», ma si concentra in modo particolare sui cosiddetti luoghi di ingresso, dove attraccano le navi porta container, il porto di Taranto ad esempio. 

Il business imbastito dalle Triadi è milionario. Le stesse organizzazioni mafiose cinesi stanno cambiando pelle, dando vita a gruppi criminali di tipo orizzonale non strutturati o comunque semistrutturati a livello familiare allargato che costituiscono un network di imprese in grado di operare su più territori nazionali.
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