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In marcia fino a Scanzano

In marcia fino a Scanzano

 

Sabato 06 Marzo 2010, 14:14

02 Febbraio 2016, 21:29

cartello funebre per le spiagge di Metapontodi FILIPPO MELE 

METAPONTO - «In Abruzzo il Governo è intervenuto con decisione e risolutezza. Deve intervenire anche qui con la stessa forza se non vuole che Metaponto ed il Metapontino siano invasi dalle acque dello Jonio. Non aspettiamo i morti annunciati per intervenire». Si sono appellati direttamente al presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, gli operatori turistici della costa jonica perché si riesca, al più presto, a trovare soluzioni strutturali al problema dell’erosione. Di fatto, la spiaggia di Metaponto non esiste più. E solo i tre metri in altezza del lungomare separano le onde minacciose dello Jonio dall’invadere il lido allagando seconde case, alberghi, villaggi turistici, campeggi. Da qui l’appello al Governo. Sale di tono, quindi, la protesta degli operatori economici da 24 giorni in stato di agitazione. Giovedì, attorno alle 15, prima di partire con circa 300 mezzi, per lo più auto, a causa della pioggia, Gianfranco Sortiero, presidente dell’associazione Leucippo, ha fatto sentire ancora la sua voce. 

«Basta con le masturbazioni mentali - ha detto - o con i comunicati stampa o con le dichiarazioni. Occorrono fatti concreti. Da domani vogliamo vedere i mezzi al lavoro per restituirci l’arenile che non abbiamo più. Ci appelliamo, oltre che a Berlsuconi, anche al ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Metaponto non è più una questione provinciale o regionale, ma nazionale». Nella marcia sino a Scanzano Jonico, con il traffico rallentato sulla statale 106, scortati da polizia e carabinieri, anche agricoltori (notate le bandiere gialle della Coltivatori Diretti), associazioni di cittadini, privati. Assenti i politici, parlamentari, rappresentanti della Regione o della Provincia. Il lungo corteo, strombazzante, si è diretto verso Scanzano. Una città simbolo della Basilicata. 

«Nel novembre 2003 – ha concluso Sortiero – l’intera regione scese in strada per difendere il suo territorio, le sue possibilità di sviluppo, riaffermando di credere nell’ag ricoltura e nel turismo. Ora questa seconda possibilità di economia ed occupazione è in fortissimo e serio pericolo. Andiamo a Scanzano per questo. Per ricollegarci alla grande protesta antiscorie nucleari del novembre 2003. Come allora ci batteremo per difendere il nostro territorio».
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