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Palermo - Sequestrate tre case d'appuntamento, 11 persone coinvolte

Palermo - Sequestrate tre case d'appuntamento, 11 persone coinvolte

 

Sabato 03 Luglio 2004, 15:38

02 Febbraio 2016, 19:01

PALERMO - Sono 11 le persone coinvolte nell'operazione «Piccola Oasi» condotta dal comando provinciale dei carabinieri di Palermo, che ha consentito di sgominare una banda che gestiva un traffico di prostitute brasiliane, rumene e slave. Sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, tratta, riduzione e mantenimento in schiavitù e di spaccio di cocaina ed eroina nella provincia di Palermo.
I carabinieri hanno sequestrato tre case d'appuntamento, una delle quali gestite da Arrigo Cavallacci, un ottantenne noto nell'ambiente come «l'ingegnere» che aveva messo a punto un tariffario che faceva lievitare i prezzi in caso di rapporti non protetti con le prostitute e nel caso in cui il cliente desiderava una camera climatizzata.
Le indagini, coordinate dal pm Rita Fulantelli, sono iniziate nel dicembre del 2002 dopo una serie di controlli nelle zone di via Lincoln e via Archirafi, vicino la stazione centrale. Grazie alla testimonianza di alcune prostitute, i carabinieri sono risaliti all'organizzazione capeggiata da Giuseppe Ioppolo e dalla moglie, anch'essa prostituta, Maria Concetta Capizzi, che avrebbe «acquistato» prostitute in Romania pagando tra 1.000 e 1.500 euro.
L'uomo avrebbe costretto alcune squillo a pagare il pizzo in cambio di protezione mentre la moglie, che era alla ricerca di clienti nella stessa zona, si accertava che le donne svolgessero regolarmente il proprio «lavoro». Secondo i carabinieri i coniugi potevano contare sull'appoggio di diversi affiliati tra cui Massimo Augetto e Agostino Mantia, quest'ultimo, spiegano gli investigatori, avrebbe persino tentato di comprare per 5.000 euro il figlio nascituro di una ragazza slava protetta dall'organizzazione.
Le ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip Antonio Tricoli, riguardano anche Antonino Salvà Birbante, che avrebbe gestito i rapporti con i clienti, Samuele Chiavetta, che avrebbe comparto una prostituta rumena per 1.000 euro, Francesco Ribusso e Emanuele Tinnirello, accusati di spaccio di droga. Agli arresti domiciliari Angelo Sanfratello, bidello in una scuola di Termini Imerese dal cui telefono chiedeva disponibilità di ragazze, e Salvatore Guida. In manette anche Lumita Durnac, cittadina rumena rientrata clandestinamente in Italia dopo essere stata espulsa un anno fa. La donna sarà processata per direttissima e rimpatriata.
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