BARI - Tonnellate di cocaina. Da far arrivare in Puglia, utilizzando i vecchi canali del contrabbando, con un accordo tra la mafia serbia e la ’Ndrangheta. La «neve», una volta arrivata in Serbia, doveva essere trasportata e stoccata in Montenegro. Qui, grazie alle conoscenze di una volta, avrebbe raggiunto l’altra sponda dell’Adriatico per poi essere smistata in mezza Euro pa. Il progetto era a buon punto. I contatti, già avviati. Come dimostra, d’altra parte la facilità con cui il clan Parisi poteva ottenere dai trafficanti serbi 21 kg di cocaina. La cellula contattata dai baresi, con agganci a Milano e a Belgrado, è la stessa che doveva gestire il business.
L’operazione, però, è saltata dieci giorni fa grazie ad un blitz - «Guerriero balcanico» - della Dea, l’agenzia antidroga americana, in collaborazione con i servizi segreti di Belgrado (Bia). Nelle mani degli investigatori sono finite 2,9 tonnellate di droga bloccate a bordo di un mercantile nei pressi del porto uruguayano di Santa Lucia, al largo delle acque internazionali nell’Oceano Atlantico, lungo la rotta principale del traffico di cocaina dal Sud America verso l’Europa. La nave aveva come destinazione finale il porto montenegrino di Bar e l’acquirente di una parte del carico era un cittadino montenegrino. La ’Ndrangheta aveva addirittura trovato aerei pronti a smistare la cocaina su Belgrado. Il resto l’avrebbero fatto i potenti gommoni del clan pugliese in grado di attraversare l’Adriatico a tempo di record come ai tempi del traffico delle sigarette. In Puglia la logistica sarebbe stata affidata al clan Parisi.
L’operazione, però, è saltata dieci giorni fa grazie ad un blitz - «Guerriero balcanico» - della Dea, l’agenzia antidroga americana, in collaborazione con i servizi segreti di Belgrado (Bia). Nelle mani degli investigatori sono finite 2,9 tonnellate di droga bloccate a bordo di un mercantile nei pressi del porto uruguayano di Santa Lucia, al largo delle acque internazionali nell’Oceano Atlantico, lungo la rotta principale del traffico di cocaina dal Sud America verso l’Europa. La nave aveva come destinazione finale il porto montenegrino di Bar e l’acquirente di una parte del carico era un cittadino montenegrino. La ’Ndrangheta aveva addirittura trovato aerei pronti a smistare la cocaina su Belgrado. Il resto l’avrebbero fatto i potenti gommoni del clan pugliese in grado di attraversare l’Adriatico a tempo di record come ai tempi del traffico delle sigarette. In Puglia la logistica sarebbe stata affidata al clan Parisi.
