Il commissario Falcone, contattato dalla «Gazzetta», aggiunge: «Anche noi attendiamo di avere chiarezza. Vogliamo sapere esattamente a quali corsi si fa riferimento. Ma, detto questo, vorrei chiarire che gli istituti che organizzano questi corsi di formazione professionale sono autorizzati dalla Regione Puglia. C’è, quindi, qui un primo livello di guardia. Poi - ammette il commissario - certo gli esami si fanno alla Camera di commercio. La procedura seguita per queste situazioni è trasparente e dà, ha sempre dato sinora, certe garanzie».
Ma, in tutta onestà intellettuale, la procedura sin qui adottata può essere definita «blindata»? «Blindata mi sembra un aggettivo un po’ azzardato. Di certo - prosegue Falcone - le commissioni esaminatrici sono composte da uomini e si sa gli uomini... Ha visto quello che è successo anche in alcune università? La Camera di commercio di Taranto rimane un ente in cui i meccanismi di controllo interno funzionano anche abbastanza bene. Per questo, abbiamo necessità di capire meglio cosa sia realmente accaduto ». Tocca poi a Nicola De Benedictis, segretario generale della Camera di commercio, rispondere alle domande della «Gazzetta» solo per dare qualche spiegazione di natura tecnica.
«Quando ci giunge un certificato con cui si attesta che il candidato ad uno specifico esame ha un determinato titolo, la Camera può limitarsi solo a richiedere alla scuola o all’istituto che lo ha rilasciato la validità e la veridicità dell’attestazione presentata. Ma se l’istituto conferma tutto, noi non possiamo fare nulla. Ci sono stati, però, dei casi - prosegue De Benedictis - in cui alcuni attestati o diplomi presentati erano falsi. Ed appena, ricevuta la risposta dalla scuola o dall’istituto abbiamo, a quel punto, in automatico trasmesso tutto alla Procura della Repubblica per accertare le presunte violazioni alla legge commesse». [f.ven.]
















