Signor Magistro, un pentito indica presunte connivenze della mala con il «partito del sole». Sabato sera, la sparatoria contro il circolo Psdi di via Bovio. È preoccupato? Io sono sereno. Carte alla mano, posso dimostrare che a fine giugno, dopo le elezioni, il segretario regionale ha revocato l’autorizza - zione a tutte le 17 sezioni cittadine del partito. E lo ha comunicato al questore.
Delle 17 sezioni, 14 si trovano al quartiere Libertà. Quindi le insegne sono abusive? Sì. La segreteria regionale del partito ha sollecitato con raccomandata, da tempo, i responsabili delle sezioni, compresa quella di via Bovio 136, di riconsegnare le insegne e le bandiere.
Quante sezioni non le hanno ancora restituite? Credo tre o quattro, compresa quella di via Bovio 136. Domani (oggi per chi legge) ci attiveremo con il nostro avvocato, eventualmente per una diffida o, se occorre, per un’azione giudiziaria.
Il pentito Giacomo Valentino parla dei circoli del «partito del sole». Ancora una volta, carte alla mano, posso dimostrare che nel 2005, epoca alla quale si riferirebbe il collaboratore di giustizia, non c’erano sezioni del Psdi al Libertà. Semmai, di qualche altro soggetto politico. Alcune di quelle sezioni sono diventate Psdi, ma solo successivamente. La prima sezione Psdi nel quartiere si è aperta a marzo 2006, la seconda a novembre 2007. Quindi il pentito non può riferirsi al Psdi.
Potrebbe spiegare come avviene l’apertura delle sezioni? Chi ne è responsabile? La volontà di aprire sezioni del partito è spontanea, nasce da gruppi di cittadini che vi si riconoscono. Esistono un presidente e un vice, che sono responsabili anche del reperimento dei fondi per le spese. La segreteria cittadina e regionale non ne sanno nulla e, comunque, non pagano il fitto dei locali. Impongono ai responsabili dei circoli, però, di selezionare i tesserati e i frequentatori. Il Psdi combatte la delinquenza, non ci si allea. [c. strag.]
















