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Cile - Per l'ex dittatore Pinochet si sono aperte le porte dell'inferno

Cile - Per l'ex dittatore Pinochet si sono aperte le porte dell'inferno

 

Domenica 10 Dicembre 2006, 00:00

02 Febbraio 2016, 19:33

Cile - Augusto Pinochet SANTIAGO (Cile) - L'ex dittatore cileno Augusto Pinochet è morto oggi all'età di 91 anni. Ne ha dato notizia la tv cilena Canale 7.
La morte dell'ex dittatore è stata confermata dall'ospedale militare della capitale cilena dove il generale era stato ricoverato per infarto il 3 dicembre.

Augusto Pinochet Ugarte per 17 anni fu dittatore, a capo del regime militare in Cile (1973-1990) e per quasi 25 capo di uno dei più temuti eserciti dell'America latina. Giunse a dichiarare: «In Cile non si muove una foglia senza che io lo sappia».
Durante gli anni del terrore vennero uccisi oltre 3mila oppositori del regime, oltre 30mila furono arrestati e torturati.

Nato a Valparaiso il 25 novembre 1915 e primo di sei figli, entrò per volere del padre, ma soltanto al terzo tentativo nel 1933, nella Scuola Militare.
Sposatosi nel 1943 con Lucia Hiriart Rodriguez, ha avuto cinque figli (Ines Lucia, Augusto Osvaldo, Maria Veronica, Marco Antonio e Jacqueline Maria) che gli hanno dato una trentina di nipoti.
Amante della famiglia, del cinema e dei libri di storia, Pinochet fu nominato al vertice dell'esercito, 20 giorni prima del golpe, proprio da quel presidente Salvador Allende che lo considerava «un militare tutto d'un pezzo».
L'11 settembre 1973 tradì la fiducia del legittimo presidente e lo destituì, facendolo uccidere in un cruento colpo di Stato. Lo stadio nazionale fu trasformato in lager, si scatenarono le violenze e le torture della terribile polizia politica, e ci furono circa 2.000 "desaparecidos".
Pinochet riuscì successivamente a imporsi come presidente della giunta militare, battendo abilmente l'ammiraglio Josè Toribio Merino e il 17 dicembre 1974 assunse la presidenza del Paese.
Riconfermato l'11 marzo 1981 per un secondo mandato di otto anni, ebbe l'appoggio di molti cileni, in particolare degli uomini d'affari che negli anni Ottanta hanno prosperato grazie a un programma economico neoliberista, che ha permesso al Cile di sanare la sua economia, ma con alti costi sociali.
Il 7 settembre 1986 uscì indenne da un attentato realizzato dal "Fronte patriottico Manuel Rodriguez (Fpmn)", che costò la vita a cinque uomini della sua scorta.
Il suo allontanamento dalla presidenza cilena coincise con un referendum popolare che lui era sicuro di vincere il 5 ottobre 1988. Ma il risultato lo sorprese e lo amareggiò: il 42% disse sì alla sua permanenza e il 55,2% rispose invece no, e così il 10 marzo 1990 Pinochet uscì dalla Moneda, lasciando il posto al presidente democristiano Patricio Aylwin.
Restò però alla guida dell'esercito, un incarico che avrebbe abbandonato soltanto il 10 marzo 1998, per assumere il giorno dopo la funzione di senatore a vita.
In quel momento nessuno sospettava che, nell'ombra, l'ex dittatore era al centro di una fitta trama di attività commerciali lecite, e forse, illecite, con proventi per decine di milioni di dollari non dichiarati al fisco, convogliati nei conti scoperti presso la Riggs Bank degli Stati Uniti.
Il 1998 fu anche l'anno del suo arresto a Londra su richiesta del giudice spagnolo Baltasar Garzon. Nella capitale britannica trascorse 503 giorni e poi rientrò rocambolescamente in patria.
Da allora è stato perseguito e incriminato in Cile con diverse gravi accuse, ma mai processato.
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