MILANO - Un boato, come l'esplosione di una bomba e poi il crollo. Un'intera palazzina, in via Lomellina 7 a Milano, in un quartiere semi periferico nelle vicinanze dello stradone che porta all'aeroporto di Linate, quasi completamente sventrata: 6 appartamenti devastati, un bar al pian terreno distrutto, auto travolte dai detriti e ingenti danni alle case vicine, ai negozi, ad una banca. Decine le persone che rimangono sotto le macerie e per quattro di loro non c'è più nulla da fare: due, un uomo di 69 anni, Tommaso Giancola, cuoco in pensione e un albanese, Iaku Ilir, di 29 anni che si trovavano nel bar vengono trovati morti quasi subito. La terza vittima certa, Francesco Orlando, 7 anni, figlio del titolare dell'esercizio viene ritrovato senza vita solo 4 ore dopo, schiacciato dai detriti mentre giocava alla play station. In jeans e maglietta bianca, è stato rintracciato dai cani della protezione civile ed ad estrarre il corpo è stato proprio lo zio, vigile del fuoco, che non è riuscito a trattenere le lacrime. E' morto probabilmente senza accorgersi di nulla. A poco è valso l'intervento degli psicologi, subito allertati dalla protezione civile, per consolare la mamma, rimasta tutto il tempo in attesa con alcuni parenti e per un po' anche con il sindaco Letizia Moratti, «Franci scusa non dovevo lasciarti» ha urlato tra le lacrime prima di essere accompagnata in ospedale dove già si trovava il marito.
L'ultimo corpo ad essere estratto dalla macerie questa mattina alle prime luci, è stato quello di Esmeralda Sfocini, 50 anni da compiere, che abitava al primo piano dell'edificio crollato.
Ma anche sul numero degli avventori del bar ancora mancano certezze. Il bilancio, che oltre ai quattro morti conta una ventina di feriti, una quindicina dei quali assistiti in ospedale a alcuni gravi, potrebbe non essere definitivo.
Certa appare invece la causa del crollo: una fuga di gas tra il primo e il secondo piano. Ne sono certi i Vigili del Fuoco, i soccorritori ed ad ammetterlo è lo stesso magistrato di turno, Luigi Orsi, accorso sul posto insieme alle massime autorità cittadine. Gli stessi inquilini scampati al disastro confermano: da mezzogiorno - spiega Iole, 81 anni, residenti al civico 1 di via Lomellina, si sentiva un forte odore di gas. Ma c'è anche chi parla di problemi «da almeno 2 anni». Un centinaio gli sfollati: una cinquantina residenti nello stabile di via Lomellina 7, ma anche diversi inquilini del 5 e del 9 i cui appartamenti sono lesionati. Per loro il comune cerca posto in albergo. Nel frattempo è stata allestita una tensostruttura.
Valentino, un camionista che all'ora dello scoppio stava andando al suo automezzo, racconta: «ho sentito un boato tremendo, ho visto le fiamme davanti a me anche se lo scoppio era alle mie spalle, mi sono piovuti addosso i detriti...non so come mi sono salvato». Una signora di 80 anni, che abita nella casa crollata, racconta, sotto choc, di un boato tremendo, impressionante: molti hanno temuto si trattasse di un attentato, ma le forze dell'ordine lo hanno subito negato.
Via Lomellina è un'arteria popolare, piena di negozi e molto trafficata, nella zona orientale di Milano. Se il disastro fosse accaduto mezz'ora prima - dicono tutti - la tragedia sarebbe stata perfino maggiore.
Martedì 19 Settembre 2006, 10:21
03 Novembre 2024, 17:42
















