Sarà questo uno dei primi atti che il pubblico ministero di Roma, Salvatore Vitello, compirà nell'ambito dell'inchiesta aperta dopo la denuncia di presunti brogli contenuta nel film-documentario "Uccidete la democrazia!", di Enrico Deaglio.
Il magistrato, che per ora ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato, dovrebbe visionare poi in procura il film che propone una tesi secondo la quale un consistente numero di schede bianche, alle elezioni del 9 e 10 aprile scorso, venne "trasformato" grazie ad un software, in preferenze a favore di Forza Italia. All'attenzione della procura anche un libro "Il broglio" firmato dall'autore con lo pseudonimo "Agente Italiano".
Una verifica, secondo quanto si è appreso, potrebbe essere fatta anche sulle elaborazioni del software del Viminale, di cui si parla nel dvd, e sul presunto rallentamento dei dati diffusi dall'ufficio elettorale del ministero dell'Interno nella notte tra il 9 e 10 aprile scorso.
Dati, quelli diffusi dal Viminale durante la notte elettorale, si sottolinea da piazzale Clodio, che non hanno carattere di ufficialità dal punto di vista della ratifica degli eletti e del conteggio delle stesse schede bianche. In tal caso non emergerebbero profili penali.
L'inchiesta è tuttavia nelle fasi iniziali e occorrerà attendere le verifiche richieste dalla procura che potrebbe ascoltare come testimone lo stesso Deaglio. Peraltro la stessa Corte di Cassazione, con una nota del presidente aggiunto Vincenzo Carbone, sottolinea che svolge i suoi compiti per l' elezione della Camera dei Deputati «sulla base dei dati risultanti dagli "estratti dei verbali" degli uffici centrali circoscrizionali», che contengono «soltanto il numero dei voti validi riportati da ciascuna lista nell' intera circoscrizione. Quindi la Cassazione non è a conoscenza del numero delle schede bianche o nulle, nè dei voti validi riportati in ciascun seggio».