OSLO - Ha vinto il banchiere dei poveri. Il premio Nobel per la pace 2006 è stato assegnato a Muhammad Yunus, l'economista del Bangladesh che nel 1983 ha fondato la Grameen Bank, la «banca del villaggio». Con lui è stata premiata anche l'istituzione che da 23 anni fornisce microcredito, vale a dire prestiti senza garanzie ai poveri per aiutarli a creare piccole attività.
La banca oggi ha 1.084 filiali e vi lavorano 12.500 persone. I clienti in 37mila villaggi sono 2 milioni e 100mila, per il 94 per cento donne. E il sistema non è in perdita: il 98 per cento dei prestiti viene restituito.
«Non si può ottenere una pace duratura se vasti settori della popolazione non trovano il modo di uscire dalla povertà», ha spiegato nella motivazione il Comitato Norvegese che assegna il Nobel per la pace. «Il microcredito è uno di questi mezzi», si legge ancora.
«Sono felicissimo, non posso credere che sia accaduto davvero. Voi sostenete il sogno di un mondo libero dalla povertà». Questo il primo commento all'emittente norvegese Nrk del 66 enne economista del Bangladesh Muhammad Yunus, alla notizia che era stato insignito del premio Nobel per la Pace 2006.
Yunus nella sua prima reazione all'assegnazione del prestigioso riconoscimento ha detto che in questo modo il comitato ha sostenuto il sogno di un mondo senza povertà.
«Muhammad Yunus ha dimostrato di essere un leader in grado di tradurre una visione in azione concreta a beneficio di milioni di persone, non solo in Bangladesh ma in molti altri paesi», ha sottolineato Ole Danbolt Mjoes, presidente del Comitato Norvegese del Nobel.
«I prestiti ai poveri senza garanzie finanziarie sembravano una chimera», ha proseguito, «dagli esordi in piccolo trent'anni fa Yunus ha, prima di tutto e soprattutto attraverso la banca Grameen, trasformato il microcredito in uno strumento ancora più importante nella battaglia contro la povertà». La banca, ha proseguito, «è stata fonte di idee e modello per molte istituzioni che sono sorte in tutto il mondo nel campo del microcredito».
Questa forma di finanziamento, ha sottolineato il Comitato nella motivazione del premio, «si è dimostrata essere un importante forza di liberazione in società in cui le donne in particolare devono combattere contro condizioni sociali ed economiche repressive».
















