Secondo la ricostruzione sostenuta dal difensore di Raimondi, la sera del sequestro fu lo stesso Alessi ad allontanare il giovane da via del Traglione, a pochi chilometri dal luogo del rapimento, in attesa che arrivasse Antonella Conserva con l'auto. Raimondi - sempre secondo la sua versione - si allontanò con lo scooter di Alessi e non fu presente all'uccisione del piccolo Tommy, poi sepolto a poca distanza dal fiume Enza.
Per questo motivo i giudici del Riesame hanno disposto «la formale scarcerazione dell'indagato», limitatamente all'accusa di omicidio: Raimondi, comunque, resta in carcere, come gli altri due complici, per l'accusa del sequestro di Tommaso, con l'aggravante della sua morte come «conseguenza non voluta».
















