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Truffa a Ssn, 6 arresti tra medici e dirigenti 11 gli indagati

Truffa a Ssn, 6 arresti tra medici e dirigenti 11 gli indagati

 
Truffa a Ssn, 6 arresti tra medici e dirigenti 11 gli indagati

Venerdì 02 Dicembre 2011, 08:37

03 Febbraio 2016, 00:08

ROMA – I carabinieri del NAS di Bari stanno eseguendo 6 misure cautelari in carcere ed agli arresti domiciliari nei confronti di 2 medici, 3 dirigenti d’azienda ed un funzionario dell’Asl di Foggia ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, falso e truffa ai danni del servizio sanitario nazionale. 

In manette sono finiti il dirigente dell'area patrimonio dell'Asl Nazario Di Stefano e lo pneumologo Paride Morlino, mentre hanno ottenuto i domiciliari Matteo Manzella, anch'egli pneumologo e i dirigenti di due aziende nazionali, Jacopo Bellinati, Michele La Gioia e Giovanni Viesti.
L'indagine ha scoperto numerose truffe a danno della Asl di Foggia con prescrizioni, da parte dei medici specialisti arrestati, di ventilatori polmonari, favorendo illecitamente due sole aziende operanti nel settore e facendo lievitare i prezzi corrisposti per le forniture dalla Asl senza ricorrere alle procedure pubbliche di acquisto, secondo la normativa vigente.

L'INDAGINE PARTITA IN SEGUITO AD ALCUNE IRREGOLARITA'
L'inchiesta della procura di Foggia che ha portato oggi all’arresto di sei persone per truffe in ambito sanitario è partita da una indagine amministrativa avviata dalla Regione Puglia sulla base di un esposto anonimo. 
«Gli accertamenti amministrativi – ha precisato il pm inquirente Antonio Laronga, hanno rilevato la presenza di numerosissime irregolarità che la Regione ha poi segnalato a noi e alla Corte dei Conti». 

I fatti, ha sottolineato Laronga, «sono allarmanti e gravissimi: innanzitutto c'è la completa violazione della normativa di riferimento per l’acquisto di protesi». «Poi abbiamo scoperto – ha aggiunto – che gli acquisti sono stati in alcuni casi duplicati e triplicati, pagati prezzi superiori a quelli offerti e sono stati offerti prezzi superiori a quelli di listino». Complessivamente, l’inchiesta ha portato ad accertare un danno per oltre 240.000 euro. Per il procuratore di Foggia, Vincenzo Russo, si è trattato di «un’indagine difficile condotta senza pentiti e senza intercettazioni». 

11 GLI INDAGATI
Complessivamente le persone indagate sono 11: in carcere sono finiti Nazario Di Stefano, funzionario della Asl Foggia dell’Area Gestione del Patrimonio, Paride Morlino, primario dell’ospedale di San Severo, e ai domiciliari Michele La Gioia, responsabile Area Puglia e Basilicata della ditta Medicalair, Giovanni Vierti, responsabile della ditta Vitalair per il Sud, Matteo Manzella, pneumologo dell’ospedale di San Severo e Iacopo Bellinati responsabile della Medicalair. Per un settimo la richiesta d’arresto non è stata accolta dal gip, mentre per quattro non è stata richiesta perchè si tratta di persone andate in pensione che quindi non possono reiterare il reato. Tutti dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, ai falsi e alla corruzione propria. 

LA VITALAIR: NOI ESTRANEI ALLA VICENDA
L'azienda Vitalaire, indicata dalla procura di Foggia come una delle due ditte fornitrici di apparecchiature sanitarie coinvolte nell’inchiesta sulle truffe alla Asl per la quale oggi sono state arrestate sei persone, in una nota si dice «estranea alle vicende addebitate a medici, funzionari pubblici e dirigenti di aziende private». 
«VitalAire – è detto in una nota – adotta codici di condotta che vincolano i propri collaboratori a mantenere in tutti gli aspetti dell’attività aziendale la massima integrità e il più assoluto rispetto delle leggi, e un sistema di auditing e di controllo interno verifica l’adesione ai principi di azione della società e il rispetto dei codici di condotta». 

«In particolare – è detto – l'azienda ha sancito nel suo codice etico rigidi principi che stabiliscono espliciti obblighi di rispetto delle leggi e di comportamento etico nell’ambito dei rapporti con la pubblica amministrazione e per quanto riguarda la partecipazione a gare pubbliche». L’azienda esprime «massimo rispetto nei confronti della magistratura» e auspica che venga fatta al più presto «chiarezza sulla vicenda che vede coinvolto anche un suo collaboratore».

PREZZI PIU' CHE RADDOPPIATI. IN UNA INDAGINE DIFFICILE
Prezzi più che raddoppiati, forniture di protesi e apparecchiature sanitarie a volte inutili e acquistate sempre dalle stesse due aziende che ricambiavano la cortesia con ricche sponsorizzazioni di convegni e piaceri vari a medici e funzionari Asl. L’indagine ha consentito di individuare numerose truffe a danno della Asl di Foggia: secondo l’accusa, i medici specializzati arrestati prescrivevano apparecchiature sanitarie favorendo sempre le stesse aziende senza ricorrere alle regolari procedure pubbliche di acquisto. Il tutto è partito da una indagine amministrativa avviata dalla Regione Puglia sulla base di un esposto anonimo.


«Gli accertamenti amministrativi – ha precisato il pm inquirente Antonio Laronga, hanno rilevato la presenza di numerosissime irregolarità che la Regione ha poi segnalato a noi e alla Corte dei Conti». 
I fatti, ha sottolineato Laronga, «sono allarmanti e gravissimi per la completa violazione della normativa di riferimento per l'acquisto di protesi. Abbiamo scoperto – ha aggiunto – che gli acquisti sono stati in alcuni casi duplicati e triplicati, pagati prezzi superiori a quelli offerti e sono stati offerti prezzi superiori a quelli di listino». 


Per il procuratore di Foggia, Vincenzo Russo, si è trattato di «un’indagine difficile condotta senza pentiti e senza intercettazioni». Se un prodotto costava 30 euro, è stato riferito dagli inquirenti, grazie a questo sistema veniva pagato anche 100 euro. Le forniture di apparecchiature anche urgenti e vitali per il malato, come i ventilatori, venivano fatte con ritardi anche di 6 o 7 mesi. In un caso, la fornitura è stata recapitata dopo la morte del malato, nonostante i medici territoriali avessero segnalato la revoca dell’acquisto alla Asl. Non solo l’acquisto non è stato revocato, è stato detto, ma sono stati acquistati altri due apparecchi dal prezzo di 16.000 euro l’uno. 

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