La sua triste storia, la Gazzetta l’ha raccontata circa un mese e mezzo fa. Lui, Michele, chiedeva solo un prefabbricato. Un piccolo prefabbricato dove poter vivere. Una «casa di legno» dove poter trasferirsi con il padre e lasciare, finalmente la rulotte, dove vive da quando aveva 12 anni. Ad oggi, però, la sua richiesta è rimasta senza risposta. Nonostante da 30 anni questo giovane passi la sue giornate in dieci metri quadri circa. Un piccolo spazio che consente a lui ed al padre di tirare giù due lettini e ripararsi per la notte. Il bagno non c’è e neanche la cucina. Sino allo scorso mese di novembre a consentirgli di lavarsi e di cucinarsi qualcosa era una famiglia che abitava nello stabile vicino la rulotte. Poi, a novembre la signora, rimasta vedova del marito, è morta. E con lei è finita anche la possibilità per questo ragazzo e per suo padre di potersi lavare e cucinare. «Io sono cresciuto in questa casa - racconta il giovane - la signora mi trattava come un figlio ed io la consideravo come una madre. Ora i figli vogliono vendere la casa ed io non so come fare. Per questo ho chiesto e chiedo che mi venga dato un prefabbricato». Già perché la richiesta di questo giovane non è né di ieri né di l’altro ieri. È dal 1996 che lui e il padre attendono una risposta dal Comune. «Nel 1996 venimmo esclusi perché superavamo il reddito di 1300 lire» racconta. Una cifra ridicola.
Oggi quella richiesta è ancora in sospeso. «In Comune mi hanno detto che mi avrebbero dato un prefabbricato non appena se ne fosse liberato uno - sostiene - A febbraio, poi, mi hanno detto che le strutture non erano state assegnate, invece, erano state assegnate. Poi, ancora mi hanno detto che non c’erano disponibilità ed invece io ho visto che a Bucaletto vi sono 30 prefabbricati vuoti». Insomma, nonostante la situazione di emergenza questo ragazzo non sembra trovare pace. «Voglio solo un prefabbricato - sottolinea - un prefabbricato o anche una stanza. Io e mio padre viviamo come possiamo. Prima lavoravo anche presso una pizzeria. Consegnavo le pizze. Poi, sono calate le richieste ed ho perso il lavoro». Un problema nel problema. «Con la casa in vendita è certo che non possiamo aspettare troppo per trovare una sistemazione» aggiunge. I giorni, infatti, passano e quando la casa della signora sarà venduta Michele e suo padre non avranno più un bagno dove lavarsi o una cucina dove prepararsi un piatto caldo.
















