Sabato 13 Dicembre 2025 | 07:00

Sognando California, c’era una volta chi anticipò il futuro della Puglia

Sognando California, c’era una volta chi anticipò il futuro della Puglia

 
Paolo Comentale

Reporter:

Paolo Comentale

Sognando California, c’era una volta chi anticipò il futuro della Puglia

«Era una regione totalmente sconosciuta, per farla riconoscere si ricorreva a ingegnose metafore, tipo il tacco d’Italia, oppure ad arditi paragoni geografici, siamo proprio di fronte alla Grecia, sul mare Adriatico»

Giovedì 22 Agosto 2024, 13:00

«Occorre restituire al Sud l’antica dignità di soggetto del pensiero, interrompere una lunga sequela in cui esso è stato pensato solo da altri». (Franco Cassano, Il pensiero meridianoLaterza).

C’è una bella foto di Pasquale Leccese che dall’alto del terrazzo del Museo Pino Pascali a Polignano scruta il mare.

C’era una volta un sognatore (Pasquale Leccese, gallerista, artista, pensatore, è scomparso il 30 agosto del 2023) che lanciò una frase che sarebbe divenuta subito famosa, nemmeno il tempo di scriverla: «Un giorno la Puglia sarà la California del Sud».

Correva l’anno 1981, era un febbraio corto e amaro, com’è nella tradizione della nostra città, e in un incontro con un giornalista del Corriere della Sera, sceso in Puglia per fare un pezzo di «colore», pezzi che a quei tempi periodicamente i giornalisti dedicavano alle variegate realtà del nostro Paese, Pasquale Leccese durante un colloquio informale sul futuro della nostra terra e si lasciò andare, con geniale sintesi creativa, a pronunciare la famosa frase: «La Puglia è la California del Sud».

Io c’ero e ricordo bene il momento: il sorriso fugace di Pasquale e lo stupore del giornalista.

Questa frase è durata più di quarant’anni ed è diventata negli ultimi tempi di una attualità sconcertante, merito senza dubbio del genio creativo di Pasquale che purtroppo, pur avendo creato tanto nel corso della sua vita avventurosa, non ha avuto il tempo di vedere realizzati tutti i suoi sogni.

Com’era la Puglia allora?

Era una regione totalmente sconosciuta, per farla riconoscere si ricorreva a ingegnose metafore, tipo il tacco d’Italia, oppure ad arditi paragoni geografici, siamo proprio di fronte alla Grecia, sul mare Adriatico.

In ogni caso, nonostante la fantasia, che dalle nostre parti non è mai mancata, la Puglia restava nell’ombra. Il turismo di massa che conosciamo oggi non lo si poteva nemmeno lontanamente immaginare, le case sul mare si vendevano a saldo, i proprietari, spesso con le lacrime agli occhi, chiedevano pochi milioni di vecchie lire in cambio di splendide dimore che oggi valgono fortune inestimabili. Dove ora si tengono manifestazioni internazionali di tuffi si lanciavano, molto tempo fa, sacchetti neri, da grandi altezze.

I centri storici erano abbandonati, Scippolandia era un termine di uso comune.

Quindi l’idea di una California sotto casa, a portata di «tacco», sembrava davvero, a quei tempi, una frase in libertà. Una inutile eresia.

Sono passati 40 anni da quel momento magico, tanta acqua è passata sotto i ponti, tanti avvenimenti drammatici hanno scosso il nostro Paese, crisi economiche, pandemiche, politiche.

È cambiato il mondo intorno a noi eppure…

«La Puglia è riuscita a ritagliarsi uno spazio di riconoscibilità nello scenario internazionale che nasce dalla bellezza dei suoi luoghi, dalla iconicità delle sue tradizioni ma anche dalla capacità di proporre un paradigma di vita alternativo, basato sulla sostenibilità, sull’accoglienza, sulle convivialità e sull’impegno per la legalità».

Dobbiamo riconoscere a un geniale sognatore, con 40 anni di anticipo, di averci indicato una visione, una strada e un obiettivo da raggiungere. Ora tocca a noi.

Per uno strano incrocio del destino ora il nuovo Sindaco nella nostra città, Vito Leccese, fratello di Pasquale, ha nel suo DNA quel sogno.

Ora la California del Sud è nelle nostre mani, può diventare un trampolino per nuovi e ancor più prestigiosi traguardi.


Per finire, ritornano le parole profetiche di Franco Cassano:

«Un pensiero del Sud vuol dire guadagnare il massimo di autonomia in questo mondo che cambia, fissare criteri di giudizio altri rispetto a quelli che oggi tengono il campo, pensare un’altra classe dirigente, un’altra grammatica della povertà e della ricchezza, pensare la dignità di un’altra forma di vita».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)