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Imprenditori materani «Così rivive il grano del senatore»

Imprenditori materani «Così rivive il grano del senatore»

 
Imprenditori materani «Così rivive il grano del senatore»

Martedì 07 Agosto 2012, 10:51

03 Febbraio 2016, 01:23

di EMILIO SALIERNO

L’azienda biologica dei fratelli Scaraia di Irsina ha un grande merito: ha rilanciato la varietà di frumento Senatore Cappelli, il «Re» del grano duro, che l’impresa utilizza per produrre la pasta con il marchio «Filiere Lucane». Il grano e e le sementi di Peppino e Felice Scaraia è ora molto ambito dai più noti pastifici italiani, in particolare da quelli napoletani, che vorrebbero avviare una collaborazione con l’azienda materana per utilizzare il grano Cappelli per la loro produzione. 

Peppino e Felice, tornando indietro nel tempo, hanno fatto un bel passo in avanti, riprendendo una grande tradizione che era sparita. Nel 1997 mettono su i silos per per stoccare i cereali e successivamente ricevono l’autorizzazione a certificare le sementi. L’azienda parte alla grande e si impone a livello nazionale. Grazie ai due fratelli, che stringono alleanze con alcuni agricoltori del vasto agro irsinese, può riprendere sul nostro territorio quel grano Cappelli che ha sfamato, in passato, intere generazioni. Nel 2011 viene varato «Filiere Lucane» per produrre e commercializzare pasta ottenuta dalla lavorazione del grano Senatore Cappelli. 

«I formati di pasta che Filiere Lucane produce nei pastifici scelti - fa presente l’azienda - sono svariati e oltre alla produzione di pasta normale, si produce pasta integrale e biologica e si lavora al progetto di “pasta salute” che vede l'impiego di betaglucani in abbinamento con il grano duro Cappelli». 

Il frumento Senatore Cappelli è una varietà creata nel 1915 da Nazareno Strampelli, a partire dall'incrocio tra le varietà Rieti e tunisina; ebbe la maggior diffusione in Italia fino al 1975, quando, attraverso una sua modifica zione genetica, venne introdotta la varietà "creso", che pose a rischio di estinzione la Cappelli. Il nome della varietà è stato dato in onore del marchese abruzzese Raffaele Cappelli, senatore del Regno d'Italia, che insieme ad un fratello, nell'Ottocento, diede l'avvio all'epoca della trasformazioni agrarie nelle regioni meridionali. Peppino Scaraia, 59 anni, è naturalmente molto fiero, insieme al fratello, di ciò che è stato e si potrà ancora fare. «Già da un anno, noi produciamo e commercializziamo grano e pasta al cento per cento Cappelli. Nel 2007 abbiamo ottenuto, dalla Fondazione Bolognini, che detiene il marchio, e dall’Istituto di cerealicoltura di Roma, l’esclusiva per la coltivazione e la tenuta in durezza del grano. Siamo gli unici in Italia a poterlo fare, non considerando la Sardegna». 

Un impegno, quello per rilanciare il grano Cappelli, iniziato sin dal 1995. «Sì - segnala Peppino Scaraia -, in effetti è da anni che stiamo dietro a questo progetto, che si è poi concretizzato. Un duro lavoro, che però sta dando ottimi frutti. Siamo di fronte ad un frumento duro, dotato di ariste, i filamenti che si notano nelle graminacee, ottenuto per selezione genealogica. Abbiamo preso a cuore questa attività e siamo disposti a fare altri sacrifici per poter far capire la qualità di un prodotto che viene da lontano ed è espressione del nostro territorio».
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