RACALE - Dopo 33 anni compare un nome sul registro degli indagati del fascicolo sulla scomparsa di Mauro Romano, il bambino di Racale sparito nel pomeriggio del 21 giugno del 1977. Si tratta dell’ ex amico di famiglia ed ex testimone di Geova che i Romano indicano come principale responsabile della scomparsa del figlio. L’uomo è indagato dal maggio scorso, ossia da quando i genitori di Mauro, Natale Romano e Bianca Colaianni, presentarono una denuncia molto circostanziata nella quale avanzavano forti sospetti a carico dell’ex amico.
Il pubblico ministero Giuseppe Capoccia lo accusa di omicidio volontario e sequestro di persona. La sua iscrizione, però, sarebbe un atto dovuto in seguito alla denuncia presentata dai Romano. Accuse che sono arrivate dopo tutti questi anni poichè il sospettato numero uno, così come i genitori di Mauro, era testimone di Geova: secondo le regole della congregazione, non si può denunciare un confratello.
Per decenni Natale e Bianca hanno vissuto nel silenzio e nell’angoscia. Ed anche nella speranza, se non di ritrovare Mauro, almeno di sapere cosa gli fosse accaduto in quel maledetto pomeriggio del 1977, mentre giocava vicino casa dei nonni a Castelfort e. I coniugi Romano, nella denuncia presentata agli agenti della squadra mobile, hanno raccontato di aver saputo da un confidente (morto 10 anni fa in un incidente stradale) che l’ex amico di famiglia avrebbe portato via Mauro per una questione di soldi.
Era il 6 maggio. Da allora la vicenda si è arricchita di nuovi elementi: testimoni, messaggi via internet. L’ultimo è comparso il 7 settembre scorso sul quotidiano online “La voca di Manduria”: una poesia nella quale si parla di “un angelo di nome Mauro”che “mi diceva che lui dorme lì”. Un testo pieno di riferimenti, e forse anche suggerimenti. Gli investigatori hanno incaricato gli agenti della polizia postale di acquisire i «file log» per scoprire chi ha pubblicato quel testo.
Nei giorni scorsi, intanto, sono arrivate due telefonate anonime alla redazione del programma di Rai Tre «Chi l’ha visto», che ultimamente si è occupata spesso del caso di Mauro. Nella prima chiamata, qualcuno suggeriva di insistere con la pista che conduce all’odierno indagato. Nell’altra, invece, la voce anonima parlava di tutt’altro. Ha suggerito di virare le indagini all’interno della famiglia di Mauro, facendo riferimento ad una modifica strutturale che sarebbe stata fatta nella casa dei nonni dove il piccolo si trovava quel pomeriggio.
















